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La nota di AVS Basilicata sulla morte dei lavoratori lucani a Calenzano

La tragica esplosione avvenuta presso il centro Eni di Calenzano, che ha provocato quattro vittime e ventisette feriti, mette ancora una volta in luce le gravi lacune nelle politiche di sicurezza sul lavoro. Tra le vittime, due lavoratori lucani – Gerardo Pepe e Fabio Cirelli – mentre un altro lucano, Luigi Murno, versa in gravi condizioni. Secondo i dati Inail, nei primi dieci mesi del 2024 si sono verificati 890 incidenti mortali sul lavoro, con un aumento del 2,5% rispetto all’anno precedente. A fronte di un lieve calo degli incidenti avvenuti sul luogo di lavoro, sono significativamente cresciuti quelli in itinere. Numeri che descrivono una realtà allarmante, resa ancora più inaccettabile quando riguarda aziende con utili multimiliardari come Eni, che dovrebbe garantire standard di sicurezza
eccellenti.
Non possiamo ignorare i rischi già segnalati, anche di recente, per il sito di Calenzano: rilascio di vapori tossici, contaminazione delle falde acquifere e un paventato e percepito incremento delle malattie respiratorie e tumorali nell’area. Questi elementi sottolineano la necessità di un’indagine approfondita e indipendente sulle condizioni di sicurezza degli impianti Eni, nonché di un impegno concreto per la tutela dei lavoratori e delle comunità locali. AVS Basilicata chiede al Governo di intervenire con urgenza, convocando Eni per un confronto chiaro e trasparente. La sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un diritto imprescindibile. Non c’è spazio per ulteriori ritardi o omissioni.

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