La nota di “Giustizia per Taranto” sulla questione stadio del nuoto per i Giochi del Mediterraneo
Giovedì scorso, a valle di un incontro fra il Commissario Ferrarese e il Sindaco di Taranto Melucci, si è annunciata l’impossibilità di realizzare lo Stadio del Nuoto previsto nell’ambito dei Giochi del Mediterraneo. Non ci sarebbero più i tempi a causa della mancanza del Piano di Fattibilità Tecnico-Economica da sottoporre all’approvazione della Conferenza di Servizi.
Dal momento che la vera importanza della manifestazione, più che nel prestigioso evento in sé, consiste nel dotare di impianti e infrastrutture la nostra città per elevarne livello e opportunità, interveniamo per provare a ricostruire i passaggi della complessa vicenda e comprendere dove e perché si sia inceppata la macchina.
Iniziamo la cronistoria avvalendoci del catalogo predisposto dal Comitato Organizzatore:
Nel settembre 2022 il Comitato Organizzatore ha avviato un percorso partecipato con l’Ordine degli Architetti P.P.C. di Taranto che si è concluso con la condivisione del documento di indirizzo relativo al Concorso di Progettazione per la realizzazione della Piscina Olimpica e per lo svolgimento dei XX Giochi del Mediterraneo. Definito lo studio progettuale di prefattibilità dell’intervento, a cura di ASSET – l’Agenzia regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio -, il Comitato Organizzatore Taranto 2026 ha promosso un concorso di progettazione internazionale a procedura aperta per la realizzazione dello Stadio del Nuoto di Taranto e la sistemazione dell’area esterna, che doveva avere nella Torre d’Ayala il suo portale d’ingresso.
Ad aprile 2023 la giuria del concorso, a cui hanno partecipato trentasette studi di architettura da tutta Europa, ha decretato vincitore lo studio MDU Architetti di Prato come gruppo di progettazione.
Riprendendo il catalogo, apprendiamo che lo studio di prefattibilità predisposto da ASSET, presenta un livello di approfondimento pari a quello di un “Progetto di fattibilità tecnica ed economica”, per la realizzazione di un impianto natatorio per attività agonistiche a livello internazionale.
Tale studio, che ora si dice che non esista, è stato poi predisposto in modo definitivo dalla MDU Architetti vincitrice del concorso e non solo sarebbe stato presentato in Conferenza di servizi il 28 agosto scorso, ma sarebbe anche stato predisposto secondo i criteri previsti dal nuovo Codice degli appalti varato a luglio, con la possibilità di andare celermente in gara. Esso è stato corredato di indagini archeologiche e stratigrafiche ed è stato già valutato positivamente dalla Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo, con particolare attenzione al fatto che riguardasse un’area sul mare e di interesse archeologico.
A riprova di quanto scriviamo c’è la nuova sortita di Ferrarese che ieri ha aperto uno spiraglio per la realizzazione, in tre fasi, del progetto. Ci chiediamo, dunque: può mai essere che da giovedì il commissario sia riuscito a buttar giù un progetto ex-novo con tanto di PFTE, manco fosse una piscina gonfiabile? O, più verosimilmente, si tratta dello stesso progetto e PFTE che si è detto non esistere?
Tutto ciò premesso, appare chiaro da tempo che sui giochi di Taranto si stia disputando una partita politica di bassissima lega fra gli antichi rivali regionali Fitto e Emiliano, col Governo impegnato a rivendicare ogni successo, avocare ogni appalto e sottolineare ogni mancanza della Regione. In tutto questo appare quanto mai ondivago l’atteggiamento del Sindaco che è passato dal sostenere la Regione a sostenere le manovre del Governo contro la Regione. Perché è chiaro che l’accusa congiunta sulle mancanze progettuali della piscina, benché tutte da verificare, fossero all’indirizzo di ASSET, e dunque della Regione.
Questo gioco delle parti, reso tristemente agevole dal fatto che in pochi si prendono la briga di verificare le dichiarazioni rese nei comunicati, ha oggettivamente stancato. A qualsiasi gioco si stia giocando, lo si sta facendo, come sempre, a danno della città e non vorremmo che, alla fine di tutto, si realizzassero opere temporanee, o semplici maquillage di quelle esistenti. In modo che Taranto resti nella consueta (e ormai insopportabile) emergenza socio-economica, ma ci siano sufficienti lavori da far felici gli amici degli amici.
Si sia seri e si ponga fine ai giochetti, una volta per tutte e da parte di tutti, e si pensi, per una volta, al bene di Taranto e dei tarantini, che in questo evento vedono un’opportunità di emancipazione da non lasciar sfuggire. Noi ci batteremo fin quando ci sarà anche una sola possibilità di vedere realizzate tutte le opere previste, specie come questo stadio, che sarebbe l’unico di tale livello al Sud. Perché i giochi li deve vincere Taranto.