La Provincia di Brindisi chiede risarcimento di 500 milioni per le polveri della Centrale Enel Federico II di Cerano
Una mazzata per la Centrale Enel Federico II di Cerano. Non solo la condanna al maxi risarcimento da 500 milioni di euro (l’importo quantificato nella costituzione di parte civile), ma la Provincia di Brindisi, assistita dall’avvocato Rosario Almiento, ha chiesto anche la condanna degli imputati – in solido con i responsabili civili che sono Enel Produzione, la ditta Nubile e la Cannone, entrambe appaltatrici – a provvedere, entro un anno, alla bonifica e al ripristino ambientale, alla messa in sicurezza d’urgenza e permanente, dei terreni oggetto della contaminazione da metalli pesanti.
Secondo il legale dell’ente brindisino, quei terreni su cui si sarebbero propagate le polveri di carbone fuoriuscite dal nastro trasportatore e dal carbonile della centrale ‘Enel Federico II’ di Cerano, non sarebbero più utilizzabili per l’agricoltura. L’unica soluzione per mantenere intatta la produzione sarebbe quella di impiantare del verde per ottenerne una completa riqualificazione.