BasilicataPolitica

La Regione Basilicata deve annullare la delibera che autorizza la riapertura del Centro Olio Val d’Agri

L’Ing. Antonio Alberti e gli Avvocati Giovanna Bellizzi e Antonio Grazia Romano hanno inviato alle istituzioni e al Ministero dell’Ambiente una formale istanza di annullamento della delibera N. 733 del 17 luglio 2017 adottata dalla Regione Basilicata, delibera che ha autorizzato la riapertura del Centro Oil di Viggiano.
In sostanza si chiede che la Regione, in sede di autotutela e a fronte di numerose violazioni di legge riscontrate annulli la delibera che autorizza la riapertura del COVA e deliberi subito la sospensione a tempo indeterminato di tutte le attività del Centro Oil di Viggiano, annullamento in via di autotutela così come la legge consente e in alcuni casi impone.
Nella richiesta i tre professionisti hanno analizzato numerosi aspetti della delibera
e che giustificano il suo immediato annullamento, ragioni che possono così essere sintetizzate e tutte relative alle indagini sul terreno di fondazione dei serbatoi in quanto ritenute non rispondenti alle richieste di Arpab e CTR e non conformi alla normativa nazionale sulle costruzioni in zona sismica, alla mancanza del progetto esecutivo dei basamenti di fondazione dei serbatoi depositato presso l’ufficio sismico della Regione a seguito degli interventi strutturali eseguiti sui serbatoi e quindi, alla mancata verifica sismica delle strutture di fondazione, all’inidoneità del documento di ISPRA che a seguito delle dichiarazioni di Eni di presenza dei bacini di contenimento dei serbatoi di stoccaggio non ha però verificato in loco l’effettiva continuità del bacino anche sotto i fondi dei serbatoi, la mancata accettazione da parte di eni della prescrizione di Arpab di effettuare il controllo delle condizioni dell’oleodotto entro novembre 2017, alla riapertura del Cova autorizzata senza che il Piano di Sicurezza fosse prima aggiornato e integrato con le procedure che prevedono le misure da adottare in caso di sversamento incontrollato di petrolio dagli impianti e/o dai serbatoi di stoccaggio, e all’inadeguatezza del Piano di Manutenzione dell’Eni quando è rientrata in esercizio.
Per ognuno di questi aspetti sono state indicate, in dettaglio, tutte le criticità
tecniche e legali riscontrate e che appaiono tali da imporre l’immediato annullamento, in via di autotutela, della delibera di riapertura del COVA.
In effetti, il severissimo controllo a cui dovrebbe essere soggetto un centro industriale soggetto alla Seveso III in quanto classificato come “industria soggetta a incidente rilevante” e il fatto che la perdita di idrocarburi è stata classificata come “incidente rilevante” , sono tali da imporre la chiusura immediata di tutte le attività del Centro Olio di Viggiano.
Ampiamente violato è anche il principio di precauzione atteso che per legge si intende “incidente rilevante” un’emissione, un incendio o una perdita di liquidi e/o sostanze dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l’attività di uno stabilimento industriale, incidente che da così luogo a un pericolo grave, immediato o differito, ma comunque grave per la salute umana o per l’ambiente e sia se l’incidente si verifica all’ìinterno come anche all’seterno dello stabilimento.
La nota formale è stata inviata naturalmente alla Regione Basilicata ma anche alla Provincia di Potenza, all’Arpab, ai comuni di Viggiano, Grumento e Montemurro, al Ministero dell’Ambiente e anche alla Procura della Repubblica di Potenza al fine di verificare le eventuali violazioni della legge compiute.
Inoltre, è intenzione degli autori della richiesta di annullamento della delibera che autorizza la riapertura del Cova avere, a breve, un incontro presso il Ministero dell’Ambiente e con tutte le autorità competenti per esporre nel dettaglio le loro richieste e le criticità del caso.
E’ per questo motivo che la Regione Basilicata deve subito annullare, in via di autotutela, la delibera che autorizza la riapertura del Centro Olio di Viggiano e deve emettere nuova delibera che dispone immediatamente la sua chiusura in quanto industria soggetta alla Seveso III e che ha causato la perdita di una quantità enorme di liquidi poi classificato come “incidente rilevante”.
Le istituzioni hanno il dovere di garantire il rispetto della legge e assicurare la sicurezza dei cittadini e la salubrità dell’ambiente.

Ing. Antonio Alberti, Avvocati Giovanna Bellizzi e Antonio Grazia Romano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *