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La replica di Paolo Emilio Stasi alle dichiarazioni dell’ingegner Giovanni Scarola sul Piano Casa a Matera

La reazione scomposta dell’ingegner Scarola ad una sollecitazione del Circolo relativa all’approvazione di una norma che obblighi gli uffici tecnici comunali alla istruttoria delle pratiche riguardanti l’applicazione del Piano Casa per evitare il rischio di un nuovo “sacco” urbanistico della città, dimostra che ancora una volta La Scaletta ha colto nel segno.

Avrei fatto volentieri a meno di replicare all’ingegnere, ex consigliere ed ex assessore comunale Scarola (cito i titoli solo per ricordare le pubbliche funzioni che ha svolto nelle vicende urbanistiche di questa città). In questo modo, però, con il mio silenzio potrebbe rimanere, nelle persone che hanno letto le sue affermazioni, la convinzione che alla fine lui abbia ragione. Le falsità non possono essere assolutamente tollerate.

Intanto, ricordo all’ingegnere che la sede in cui opera La Scaletta (Palazzo Bronzini), è stato acquistato, con una colletta, dai soci del Circolo sul finire degli anni ’60 e donato, nel 1976, al Comune di Matera con la sola previsione dell’utilizzo del piano terra dell’edificio.

Sorvolo sul suo auspicio riguardo alla nomina delle cariche apicali delle associazioni da parte del consiglio comunale suggerendogli di consultare la Costituzione italiana.

L’ingegnere, poi, afferma che io sia “responsabile della soppressione dell’area a verde pubblico e dei parcheggi del Piano Piccinato ’56 e ’76 su via Mattei, dove ha progettato e diretto i lavori per la costruzione di circa 300 alloggi, cancellando un’area destinata a standard pubblico che l’amministrazione, al contrario, doveva espropriare e destinare a verde e parcheggi per i residenti”.

In verità, quell’area è stata destinata a verde pubblico attrezzato dal 1975 al 2006. Dopo oltre vent’anni, anni novanta secolo scorso, i proprietari hanno chiesto al Comune di espropriare, ovvero di cambiare la destinazione all’area. C’è stato un ricorso al Tar che ha disposto che il Comune, in sede di revisione dei piani urbanistici, tenesse conto dell’istanza dei proprietari. Negli anni novanta proprio il Comune aveva concesso una variante, su una porzione di quel verde attrezzato, per la costruzione della chiesa della Santa Famiglia. Nel 2006, con l’approvazione della variante al PRG, l’area in questione diventava un ambito prevalentemente residenziale ad attuazione indiretta con indice di edificabilità, distanze, altezze e destinazioni. Era però un’area cosiddetta bianca. In pratica non si poteva attuare quanto previsto perché la variante al PRG approvata non era completa della perizia geologica (nonostante fosse documento imprescindibile) per cui nelle aree di nuova edificazione non si poteva costruire in assenza della perizia geologica generale.

I proprietari di fronte a quella nuova situazione veramente paradossale scelsero di alienare il terreno e la subentrante proprietà decise di presentare un piano integrato di edilizia residenziale pubblica proponendo una variante al PRG. Variante che ha comportato un iter approvativo sicuramente più rigoroso di quanto fosse stato quello per l’approvazione della variante al PRG e durato circa dieci anni. Per inciso, il piano integrato di contrada Granulari è stato approvato l’8 febbraio 2016 e l’ingegnere Scarola non soltanto era consigliere comunale ed ha votato a favore ma era addirittura il Presidente della Commissione Governo del Territorio e come tale ha presentato al Consiglio le osservazioni e le controdeduzioni al piano integrato.

Ottantanove e non trecento (neanche il numero è veritiero) alloggi di diverso taglio e destinati ai soci della cooperativa. Alloggi tutti autorizzati con permesso di costruire (potevano essere autorizzati con SCIA, ognuno sceglie come svolgere la propria professione). Alloggi venduti a prezzi fissati dalla Regione Basilicata (ultimo particolare per chi vuole intendere). Tutto qui!

E’ evidente che mi attendo delle pubbliche scuse dall’ingegner Scarola e comunque l’auspicio è che il dialogo fra i cittadini e le autorità prosegua nell’unico interesse per la Città e ben venga il confronto serio sul merito della questione.

Arch. Paolo Emilio Stasi

Vicepresidente Circolo La Scaletta

 

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