CronacaPuglia

La rivelazione di Fabio Camilli: “Mio padre era Domenico Modugno”

fabio camilliL’attore Fabio Camilli è figlio di Domenico Modugno. Lo ha stabilito ieri il Tribunale di Roma e lo si è appreso da fonti legali. Camilli, nato nel 1962 dalla relazione di ‘Mister Volare’ con la coreografa Maurizia Calì, è stato riconosciuto all’anagrafe civile come quarto figlio di Modugno, oltre ai che il cantante di Polignano a Mare ha avuto dal matrimonio con Franca Gandolfi. Il verdetto del Tribunale di Roma chiude, così, una battaglia legale lunga 12 anni. Ma soprattutto arriva a distanza di pochi giorni dalla decisione della Cassazione che, il 14 gennaio, aveva convalidato il disconoscimento di paternità del genitore ‘legittimo’ di Camilli, Romano Camilli, morto a Lampedusa nel 1994. Sulla salma del cantante pugliese è stato fatto il prelievo del dna che ha dato esito positivo.

“Sono il figlio segreto di Domenico Modugno. Avevo venticinque anni quando scoprii chi era il mio vero padre, e quella rivelazione ha sconvolto la mia vita. Ero molto amico degli altri figli di Modugno. Siamo cresciuti insieme bazzicando gli stessi ambienti, abbiamo anche scelto di lavorare nel mondo dello spettacolo: la nostra frequentazione era assidua”. Fabio Camilli, 51 anni, interprete di serie televisive di successo come ‘I ragazzi della 3 C’, ‘Romanzo Criminale’ e ‘Una mamma imperfetta’, ha raccontato al settimanale ‘Chi’ la sua lunga battaglia legale per essere riconosciuto come figlio dell’Indimenticabile Domenico Modugno.

“Mia madre faceva parte del corpo di ballo di ‘Rinaldo in campo’- ha svelato Camilli – Si sono conosciuti in quell’occasione. E da quell’incontro sono nato io. Mia madre voleva che tutto questo rimanesse privato. Quando ho deciso di agire legalmente, lei non ha accettato la mia scelta”. Camilli ha frequentato per molti anni la famiglia del cantante prima di apprendere la verità. “Non ho mai parlato con Domenico Modugno. Un giorno lui venne a vedere uno spettacolo in cui recitavo con i figli Marcello e Massimo. Avrei voluto parlargli, ma era malato ed era accompagnato dalla moglie: non me la sentii. E dopo, fu troppo tardi”.

 

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