La rivoluzione culturale secondo il Making Art Festival
Piccolo fuori ma grande dentro, è il Making Art Festival (MAF) di Marconia su cui è calato il sipario lunedì 26 agosto, dopo una tre giorni di laboratori, escursioni, live painting, mostre di pittura, installazioni e artigianato, momenti di dibattito e gli immancabili concerti serali che hanno visto salire sul palco, in ordine cronologico, lo chansonnier francese Sandro Joyeux, il trio indie-folk Honeybird & the birdies e la band bernaldese Esquelito. Piccolo perché nato e cresciuto solo grazie all’energia di un gruppo di volontari che ha dato vita ad una realtà associativa nel ricordo di un giovane amico stroncato da un tumore, grande perché, come ogni anno, parte del ricavato del festival – e degli altri eventi organizzati dall’associazione “Emanuele 11e72” – verrà devoluto all’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro).
Il MAF non punta su una programmazione fatta di nomi noti, ma riesce a portare a in Basilicata progetti musicali anche internazionali, originali e di qualità, capaci di richiamare un pubblico dal palato esigente proveniente da tutto il territorio regionale e limitrofo. Il palato delle centinaia di visitatori che da sabato 24 a lunedì 26 agosto ha attraversato la Villa comunale di Marconia per partecipare ai diversi momenti del MAF è stato sollecitato anche dai prodotti gastronomici forniti da aziende locali, distribuiti nel corso dell’evento secondo la logica del “chilometro zero”. Il festival di fine estate, che da 6 anni si svolge nella frazione pisticcese, non cerca i grandi numeri, ma ha altri obiettivi assai ambiziosi: “Bisogna spostare l’acqua senza fare schiuma”, dice Giuseppe Cisterna, presidente dell’associazione, che precisa: “Procediamo lentamente ma con passo deciso perché siamo consapevoli che il cambiamento culturale che cerchiamo di innescare è un processo lungo. Il MAF è come un asino che testardamente trasporta idee nuove e rivoluzionarie, seguendo il tratturo della cultura sostenibile e rifocillandosi con l’arte”.
L’etica del MAF è nella volontà di utilizzare, nei punti ristoro, solo materiali biodegradabili, servendo le bevande in bicchieri in Mater bi e vietando l’accesso alla plastica. Coerentemente con la scelta di bandire materiali derivanti dalla lavorazione del petrolio, l’aperitivo culturale, in programma nel tardo pomeriggio di sabato, ha affrontato il complesso tema della Black Economy, basata sull’uso dei combustibili fossili. La professoressa Albina Colella dell’Università della Basilicata, il tenente Giuseppe Di Bello dell’associazione ambientalista Epha e Francesco Masi del Movimento nazionale No Triv, hanno illustrato i rischi sull’ambiente e sulla salute collegati alle attività estrattive, insieme all’assessore comunale Antonio Sassone, in rappresentanza di un’Amministrazione locale che ha già avuto modo di assumere una posizione chiara sulla questione, esprimendo parere sfavorevole sulle richieste pervenute negli ultimi mesi per la ricerca, sul territorio pisticcese, di idrocarburi liquidi e gassosi.
Esporre il problema senza fornire la soluzione sarebbe stato riduttivo, ragion per cui l’incontro-dibattito di domenica è stato dedicato alla Blue Economy, nuovo modello di sviluppo che indica la via d’uscita dall’attuale crisi economica nell’imitazione della natura. Il reporter ambientale Andrea Spartaco, relatore del secondo appuntamento con l’aperitivo culturale, dopo aver illustrato i principi alla base della sfida lanciata qualche anno fa dall’economista e imprenditore belga Gunter Pauli, ha chiesto ai presenti di immaginare come l’economia lucana possa tingersi di blu.
Nello spazio verde della Villa comunale, la natura è stata assolutamente protagonista, a partire dai laboratori pomeridiani “Maf Kids”, curati da Studio Oikos, durante i quali i bambini sono stati impegnati in una speciale caccia al tesoro “Chi trova un rifiuto trova un tesoro” e in un laboratorio di riciclo creativo. Con “Maf in nature”, invece, sono state proposte delle passeggiate, a piedi o in bici, dedicate all’esplorazione del territorio, in compagnia delle guide Luciana Vitelli e Simona Iannuzziello. La natura ha fornito anche il supporto alla mostra “Maf Lab”, a cura di Antonella Malvasi, inaugurata sabato e visitabile durante i tre giorni dell’evento. Collocati tra gli alberi che fanno da cornice al festival, i quadri, le installazioni e i disegni realizzati dai partecipanti ai laboratori di pittura organizzati dall’associazione nei mesi scorsi – che verranno riproposti in inverno – hanno declinato il tema del viaggio. A pochi passi, alcuni artisti del posto si esibivano in live painting.
Sostenuto dal Comune di Pisticci e dalla Provincia di Matera, il Making Art Festival si conferma sempre più un festival per tutti, capace di rivolgersi a pubblici eterogenei. Il MAF, grazie alla collaborazione con la rivista Al Parco Lucano, sarà fra gli eventi green che, per compensare l’emissione di anidride carbonica, contribuirà alla piantumazione di migliaia di alberi a Matera, sostenendo la sua candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019.