La scomparsa di Paul Russotto
È scomparso questa notte, in California, Paul Russotto interprete storico dell’espressionismo astratto americano e profondamente legato alla Lucania (sua madre era originaria di Aliano) e alla città di Matera, dove più volte è stato ospite insieme alla moglie Ellen, storica dell’arte che ha collaborato alle “Grandi Mostre nei Sassi”. Proprio Il 28 aprile dello scorso anno era ritornato al Museo della Scultura Contemporanea della città dei Sassi in occasione della mostra-ricordo dedicata a Ellen, scomparsa nel settembre del 2012, e di cui in quell’occasione offrì un toccante e vivo ricordo. Nato nel 1944 a New York, Paul Russotto si appassiona alla pittura prima di compiere 16 anni. David Endelman, suo insegnante delle Scuole Superiori lo incoraggia a iscriversi all’Art Students League di New York. Gli anni 60 sono anni di cambiamenti, successi e incontri. Nel 1963 apre il suo primo studio a New York, del 1965 è invece la prima personale a Pasadena, patrocinata dalla sua mecenate Mary Thomas. Sempre in quegli anni conosce Ellen che diventerà sua moglie.
Negli anni 70 si trasferisce in una fattoria abbandonata a Old Saratoga ma si reca spesso a New York per visitare musei e artisti. Artista colto e autentico nel suo voler continuamente imparare, sperimentare e confrontarsi con l’arte a lui contemporanea e con quella del passato, l’opera di Paul Russotto ha radici profonde nella pittura di Rubens, Courbet, Cézanne, Picasso, Matisse, Mondrian, Mirò, Gorky, De Kooning (di cui diventerà allievo), Pollok, Tobey, Diebenkorn.
Eleanor Heartney scrive: “Russotto non solo demolisce ma anche amplia la tradizione modernista”. Infatti, il maestro newyorkese ha continuato per tutta la vita a essere “un’apprendista”, a mettersi in gioco, frequentando gli ampi spazi di De Kooning e le icone della Pop Art. Il vecchio studio di Esteban Vicente e la casa estiva di Harold Rosenberg sono stati alcuni dei suoi luoghi di lavoro. Negli anni ’80 si dedica all’insegnamento e allo studio di varie tecniche artistiche, quali il collage, composto con frammenti di suoi disegni distrutti, e i “lucidi”, da utilizzare come disegni preparatori. Conosce, in quel periodo, molti degli artisti e scrittori legati all’Espressionismo astratto, Philip Pavia, Ibram Lassaw, James Brook, David Hare, Natalie Edgar, Mary Abbot, George McNeil, Jack Tworkov, Stanley Kunitz, diventati negli anni abituali frequentatori del suo studio e della sua casa dove Ellen aveva messo in piedi un grande archivio sulla Scuola di New York.
Tra il 1983 e il 1986 realizza i primi disegni calligrafici. Dell’’86 è la prima personale a New York. Nel 1992 lavora assieme all’artista Fulvio Testa nella tenuta coltivata a vigneti Borgo America, in provincia di Treviso. Tra il 1994 e il 1997 viaggia molto in Italia, soprattutto in Umbria, e in Francia e tiene una mostra a La Scaletta di Matera. Sperimentando, come sempre, applica ricerche precedenti mentre lavora direttamente ispirandosi alla natura. Nel 2000 è uno dei 33 artisti internazionali selezionati per partecipare all’ “Omaggio a Marino Marini”, mostra che tocca le principali città italiane e francesi.
Nel 2011, insieme a Ellen, partecipa all’inaugurazione del MIG. Museo Internazionale della Grafica di Castronuovo Sant’Andrea, donando alcune sue litografie e la matrice di una xilografia.
Nel 2013 alla Galleria La stellina a Roma viene organizzata la mostra “Gianfranco Grosso vs Paul Russotto. Son of the South”, un confronto tra due generazioni diverse ma che si muovono sul comune terreno del grande amore per l’arte che ha accompagnato Paul per tutta la sua intensa esistenza: “Penso a quell’ometto di cui parlava Picasso, che continuava a comparire attraverso i secoli, lo stesso a cui lui si sentiva vicino, soprattutto al primo, Jacques, l’uomo delle caverne. Anch’io mi sento come quell’ometto che cerca sempre di comunicare. Esco e ho un’esperienza, proprio come lui. Poi torno alla mia caverna e registro questa esperienza”. È stato questo, per il maestro Russotto, il compito fondamentale dell’arte: comunicare e arrivare così a conoscere in modo profondo la realtà.