L’Aglianico del Vulture tra i 50 vini migliori d’Italia
Mentre i viticoltori della Basilicata si preparano alla vendemmia 2019, l’Aglianico del Vulture, ormai indiscusso protagonista delle tavole lucane, continua a conquistare tenacemente le giurie di premi e riconoscimenti importanti, riconfermandosi quale ambasciatore lucano per eccellenza nel mondo.
Qualche giorno fa l’ultimo riconoscimento, portato in evidenza dalla anche dalla stampa nazionale, all’Aglianico lucano che con il Titolo 2017 di Elena Fucci si è classificato tra i 50 migliori vini d’Italia saliti sul podio dei Best Italian Wine Awards.
È solo della scorsa settimana – sottolinea il Dipartimento Politiche agricole e forestali della Regione Basilicata – il riconoscimento “Tre bicchieri 2020” all’interno della guida Vini D’Italia 2020 del Gambero Rosso, ottenuto da cinque grandi vini lucani (ricordando che ben 18 sono stati quelli che hanno avuto accesso alle degustazioni finali). E i cinque sono tutti Aglianico del Vulture: Aglianico del Vulture Don Anselmo 2016 – Paternoster; Aglianico del Vulture Gricos 2017 – Grifalco della Lucania; Aglianico del Vulture Il Repertorio 2017 – Cantine del Notaio; Aglianico del Vulture Re Manfredi 2016 – Cantina Terre degli Svevi; Aglianico del Vulture Titolo 2017 – Elena Fucci.
“Questi vini – commenta Francesco Fanelli, assessore alle Politiche agricole e forestali – rappresentano solo la punta di un iceberg, composto da numerose aziende che nel Vulture, nel Materano, nella Val D’agri e nel resto della regione lavorano incessantemente garantendo al settore vitivinicolo una visibilità sempre maggiore. L’impegno del Dipartimento sarà quello di continuare a promuovere, attraverso interventi mirati, la crescita del settore sostenendo le aziende vitivinicole lucane nella loro corsa alla competizione sui mercati nazionali e internazionali”.
La vite ed il vino – sottolinea ancora il Dipartimento Politiche agricole – costituiscono da sempre un elemento vitale del paesaggio della Basilicata, la memoria storica della nostra regione, di quella parte di ruralità che è espressione più autentica dei valori del territorio, dove la storia e la cultura si fondono in un lavoro fatto di passione, di quella tenacia tipica del “lucano che non si consola mai di quello che ha fatto, non gli basta mai quello che fa”. Del lucano che è “perseguitato dal demone dell’insoddisfazione” (Leonardo Sinisgalli, Gente della Lucania). Ed è proprio grazie a questa tenacia che oggi la Basilicata si vanta di vini dall’elevata qualità, ormai attestata da numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali che negli anni hanno dato ragione dell’intensa attività, del fermento e della trasformazione del settore vinicolo lucano.