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Lagonegro, arresti in una casa di riposo. La Cgil Potenza chiede una legge sull’accreditamento

Quanto si apprende in queste ore sul ripugnante resoconto di maltrattamenti, percosse ed umiliazioni ai danni di inermi anziani ospiti della casa di riposo M.L. Cosentino di Lagonegro (Potenza), evidenzia innanzitutto il quadro di degrado e di violenza nel quale versa la nostra società e verso cui, dati i fatti, ognuno deve opporre un moto di ribellione e indignazione, a partire dalle istituzioni, dai rappresentanti politici e sindacali e da ogni altra formazione che si senta pur lontanamente parte di una società civile e di uno Stato di diritto.

Le persone anziane meritano di trascorrere l’ultima parte della propria vita circondate da affetti e da attenzioni per superare le difficoltà che l’età e le condizioni materiali di un contesto sociale difficile e dissipato come quello lucano, in generale del Mezzogiorno, riservano a chi è più debole e indifeso.

Certamente non sono sovrapponibili situazioni e contesti, ma da molto tempo la CGIL sta denunciando lo stato di totale abbandono e decadimento delle politiche di welfare e di assistenza che, in Basilicata, stanno prendendo una brutta piega. Il settore sconta una forte deregolamentazione, con case di riposo e in generale residenze che sorgono come funghi e sulle quali occorrerebbe vigilare, ampliare i controlli, per evitare che un settore così delicato ed esposto cada nelle mani non già di imprenditori del sociale ma di veri e propri avventurieri senza scrupolo, né per gli ospiti né per i lavoratori.

Quanto avviene in queste ore a Lagonegro e quanto ci è toccato registrare e denunciare nei giorni scorsi, con chiusure di case di riposo, con situazioni di non rispetto dei minimi requisiti funzionali, in dispregio continuo a norme e a regole per la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici, impone a tutti una presa di coscienza immediata per alzare il livello di attenzione e per porre alla Giunta regionale l’esigenza di rimettere subito mano alla legge sugli accreditamenti, questione più volte sollevata dalla Cgil e su cui occorre un ritorno energico, perché queste sono le regole che sovraintendono all’autorizzazione di presidi che dovrebbero “curare” ed assistere le persone e che diventano, purtroppo, case di isolamento e di emarginazione. Luoghi che dovrebbero prendere in carico i nostri anziani diventano centri ad alto rischio, in cui diventa difficile se non impossibile, in alcuni casi per fortuna, anche fare una visita o operare controlli se non nei giorni appositamente dedicati. Quando invece dovrebbero essere luoghi sempre aperti e trasparenti.

Dai presidi più piccoli di assistenza a quelli più grandi e complessi per la riabilitazione riteniamo, da incontri e verifiche, che si stia piano piano scivolando verso forme di progressivo abbandono della presa in carico, piuttosto orientando le azioni a matematiche equazioni di profitto.

Tutto ciò è inaccettabile, tutto ciò richiede che torni fortemente prioritario l’impegno per qualificare il welfare e la sanità pubblica in Basilicata, evitando che a una complessità di problematiche sociali e individuali, assistenziali e sanitarie, si rispondi con la semplicità del mercato, con la disumanità, con pratiche deresponsabilizzanti.

Giuliana Scarano Segretario generale FP CGIL Potenza
Pasquale Paolino Segretario generale SPI CGIL Potenza

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