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L’allarme di Confartigianato: “Scompaiono gli antichi mestieri”

Se lo scorso anno in Basilicata circa 700 botteghe-ditte artigiane (450 in provincia di Potenza e 350 in quella di Matera) hanno cessato l’attività a preoccuparci maggiormente è la scomparsa di antichi mestieri: in provincia di Potenza sono rimaste solo 120-130 ditte artigiane storiche che corrispondono allo 0,7% del numero complessivo di imprese italiane di antichi mestieri secondo un rapporto della Camera di Commercio di Milano che ha fatto un censimento sugli albi delle Cciaa di tutte le regioni.  E’ quanto sottolinea una nota di Confartigianato. Le figure a rischio estinzione sono quelle dell’arrotino ambulante, del calderaio stagnino che ripara le pentole, dell’artigiano del rame, del calzolaio, del maniscalco per cavalli da corsa o bovini, di chi costruisce canestri o ripara ombrelli , dei falegnami.
“I ragazzi che si diplomano alla scuola media non vengono adeguatamente informati sul panorama formativo-professionale. – afferma Antonio Miele, presidente di Confartigianato – Per imparare a fare il falegname, ad esempio, ci sono corsi bi-triennali delle scuole professionali regionali che rilasciano un attestato di qualifica. Un percorso più impegnativo è quello degli istituti professionali: cinque anni di frequenza che si concludono con l’esame di maturità e un diploma di tecnici del legno-mobile e arredo. Un mestiere antico e nobile che non si fa più solo con chiodi e martello ma con disegni cad e macchine utensili elettroniche. Per questo la formazione è importante – continua Miele –. Anzi nel settore legno sono necessari ingegneri informatici per realizzare i programmi per l’esecuzione di lavori complessi come le grandi opere per l’edilizia.
Un neodiplomato o neo assunto ha un contratto di lavoro subordinato del comparto legno-mobile-arredamento. «Il salario d’ingresso è di 800-900 euro netti, che per un tecnico della produzione diventano anche 1000-1200. Per fortuna, l’antico mestiere del fornaio – commenta  Miele – non batte la fiacca, anzi secondo le stime di Confartigianato, i fornai sarebbero la seconda categoria più richiesta dal mercato sia pure trascurata dai giovani in cerca di lavoro, dopo gli installatori di infissi e serramenti. I giovani, complici talvolta le normative di settore, troppo spesso sono stati disincentivati dall’apprendimento di certi mestieri come il panificatore. Questo antico e ben remunerato mestiere sta andando a scomparire per mancanza di candidature, lavoro duro, faticoso specie per gli orari e i turni notturni.
Altri comparti che per Confartigianato hanno un mercato sono: abbigliamento, ristorazione, artigianato artistico, grande distribuzione organizzata, legno, meccanico, stampa, innovazione e artigianato digitale (realtà produttive che utilizzano tecnologie e strumenti innovativi quali stampa 3D, software dinamici, tecnologie di “open hardware”, lavorazioni digitali quali il taglio laser e la fresatura a controllo numerico). Per quanto riguarda le attività da promuovere le Botteghe ‘di filiera’ che coinvolgono aziende integrate in senso verticale operanti nell’intero ciclo di vita di un prodotto dei settori abbigliamento/moda, agroalimentare-enogastronomia-ristorazione, legno-arredocasa e quelle dell’artigianato digitale che impiegano tecnologie digitali per la fabbricazione di nuovi prodotti o per lo sviluppo di processi produttivi non convenzionali.
“Oggi – aggiunge Antonio Miele, presidente Confartigianato – domina un modello culturale che contrappone il sapere al saper fare, la conoscenza teorica alle competenze tecniche e pratiche. Con il risultato che i giovani non trovano lavoro e le aziende non riescono ad assumere lavoratori. La situazione è addirittura paradossale: da un lato gli imprenditori non riescono a trovare manodopera qualificata, dall’altro abbiamo un esercito di giovani tra 15 e 29 anni disoccupati. La nostra azione, il nostro impegno sono pertanto finalizzati alla formazione rafforzando l’apprendistato in bottega e all’occupazione, con l’intenzione di far avvicinare i giovani al mondo dell’artigianato e il risultato ci rende orgogliosi, soprattutto di poter offrire un’opportunità ai giovani”.

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