L’arte della sicurezza – Intervista a Davide Ceddia
Giovedì 24 maggio, in conclusione della giornata evento “L’arte della sicurezza” promossa dall’associazione onlus Amichi di Michele Visaggi, si esibirà il noto gruppo musicale Camillorè. Costituito da sei ragazzi baresi, il gruppo è un miscuglio di tanti gusti e spazia dal folk al rock, dal jazz al teatro canzone. Si sono esibiti in tutta Italia e spesso anche all’estero, riscuotendo un grande successo sia di pubblico che di critica, come testimonia Davide Ceddia, cantautore del gruppo.
Siete un gruppo nato a Bari, ma che si sta rapidamente diffondendo in tutta Italia. Vi siete, anche, già esibiti al Concerto del 1° maggio a Roma. Qual è il principale motivo di questa vostra crescita?
Il concerto a Roma è stato l’apice, fino a questo momento, della nostra iniziale carriera, sebbene suoniamo da sei anni. Abbiamo riscosso un notevole successo sia di pubblico che di critica. In genere, la normale e naturale evoluzione che hanno tutti gli artisti è che iniziano con le proprie idee, poi crescono facendo tanta esperienza live, che è la cosa principale per un gruppo musicale, perché ti forma. Quindi il motivo della crescita si acquisisce sul campo e soprattutto con un bel gioco di squadra. Noi sei siamo molto vari, con gusti abbastanza diversi, per cui la crescita avviene naturalmente.
Siete eclettici e molto divertenti. Spesso citate Eduardo De Filippo, Totò e Fellini. Con il vostro ritmo rock e jazz percorrete strade che vanno dal teatro alla canzone. Come avete maturato questa vostra formazione?
Ci concentriamo molto sull’aspetto teatrale musicale perché i nostri brani proseguono un discorso ironico e metaforico e quindi ci rivolgiamo a un pubblico che non è solo quello giovane a cui piace saltellare, ma anche a un pubblico più adulto che ha conosciuto l’epoca in cui hanno vissuto Totò Eduardo e Fellini. Quindi cerchiamo di trasformare in una sorta di linguaggio moderno quello che i nostri genitori, i nostri nonni ci hanno insegnato. Poi abbiamo altre tradizioni come in ogni album inseriamo un brano nel dialetto della nostra terra, a cui siamo molto legati.
3 sono i cd che avete realizzato. Il primo “Camillorè il regno di Sghisghigno” è una raccolta che racconta il vostro incontro con Totò, Eduardo, Fellini e il Re Camillo. Il secondo “Non Mordete le ali alla cicogna”, narra di un bambino che ha morso le ali ad una Cicogna. L’ultimo vostro album “Graffi e Perle”, di cosa tratta?
Il primo è stato una demo live per farci conoscere, gli altri sono gli album ufficiali. Siamo stati soddisfatti per l’ultimo lavoro in quanto è stato prodotto dall’ OTR, etichetta della Banda Bardò e distribuito addirittura dalla’importantissima Universal. Qui raccontiamo sempre una storia fantastica ambientata alla periferia del Regno di Sghisghigno, in un posto magico che si chiama Ste quattro mura. È la storia di un aquilone domestico che trascorre le sue giornate in compagnia di un piangoforte a coda, che, ad un certo punto, gli viene derubato da un gatto. Ogni canzone è un episodio del percorso che questo aquilone domestico effettua per poter ritrovare il suo piangoforte a coda.
Giovedì 24 maggio vi esibirete, in una tappa del vostro tour “Graffi e Perle 2012”, nella giornata L’arte della sicurezza, promossa dall’associazione Amichi di Michele Visaggi. Nel Regno di Sghisghigno si è attenti alla sicurezza stradale?
Noi siamo stati sempre attenti non solo all’arte della sicurezza, come hanno intitolato in maniera nobile questa manifestazione, ma a qualunque aspetto sociale e infatti molte canzoni toccano temi che riguardano le problematiche dei giovani. In questo contesto, oltre all’amicizia e all’alleanza più sincera e spontanea con l’associazione Amichi di Michele Visaggi e con Francesco, mio grande amico, abbiamo pensato che non potevamo proprio mancare, per portare un apporto simbolico, artistico, culturale e sociale di quello che noi siamo del regno di Sghisghigno. Tant’è vero che riguardo la sicurezza stradale all’interno del nostro nuovo album c’è addirittura un brano che si intitola Autoironia, una sorta di modo poetico e ironico per avvicinarsi all’argomento che la vita è sempre cara e bisogna essere sempre attenti.
Hai un messaggio personale, inerente alla strada, che cercherai di trasmettere al pubblico presente quella sera?
Certo. Sicuramente improvviserò come faccio sempre, perché io parlo molto durante i concerti. Prendendo spunto dal brano Autoironia, trasmetterò il concetto che le strade della nostra vita sono abbastanza sdrucciolevoli e quindi per percorrerle nel miglior modo possibile, in maniera più attenta, bisogna avere da un punto di vista artistico e sociale l’autoironia, da un punto di vista pratico e reale bisogna essere molto vigili. Il messaggio è proprio quello che la vita è un regalo unico, quindi bisogna stare sempre attenti a custodirla in maniera gioiosa ma molto seria. È qualcosa con cui non si scherza.