L’associazione Nazionale Commercialisti Area Lavoro propone tavolo tecnico a Bari sulla tutela dei lavoratori nell’ecomonia digitale
“Le tutele dei lavoratori nell’economia digitale” è il tema del primo dei tre tavoli tematici, promosso dall’Associazione Nazionale Commercialisti Area Lavoro, unico sindacato specialistico dei commercialisti giuslavoristi, al loro primo congresso nazionale, previsto per i prossimi 25 e 26 ottobre a Bari, patrocinato dallo stesso Ordine barese e condiviso da 30 Ordini territoriali.
“I riverberi nel diritto del lavoro della gig economy, fondata sull’infrastruttura logica del world wide web, sono indubbiamente un aspetto di grande e particolare attualità – dichiara Gian Piero Gogliettino, segretario generale Ancal –, laddove il precipuo modello economico di business, attraverso la previsione di nuove forme e organizzazioni del lavoro, sta mettendo a dura prova i tradizionali e consolidati principi lavoristici, come si può evincere non solo dalla decisione della Corte Ue sul caso Uber, ma anche, osservando il fenomeno più da vicino, dalle recenti sentenze
domestiche del Tribunale di Torino prima, e di Milano poi”.
“Cambiano sicuramente le peculiarità degli attori tradizionali del rapporto di lavoro – continua Gogliettino –
in ragione di una loro significativa destrutturazione, soprattutto dal lato della domanda, allorché si palesano
figure per niente convenzionali , quali sono la piattaforma digitale e l’app. Diventa così di non facile soluzione, su un piano squisitamente empirico, la questione centrale della definizione dello status giuridico del peculiare prestatore di lavoro, soprattutto riguardo al sistema di garanzie che di riflesso si vanno a determinare”.
“Tuttavia- aggiunge Gogliettino- sono indubbiamente da condividere i recenti orientamenti giurisprudenziali
sviluppati si sino ad oggi nella materia, sia sovranazionali che domestici, di esclusione categorica della prestazione lavorativa dall’area della subordinazione, pur trattandosi di decisioni di primo grado, ma certamente interessanti nella misura in cui evidenziano la carenza degli indici sintomatici della eterodirezione, di matrice giurisprudenziale
di legittimità”.
“Resta certamente la necessità – conclude Gogliettino – di affrontare la questione su un piano eminentemente ordinamentale, laddove in altri Paesi è già operativa una legge sulle piattaforme digitali. Sul punto anche Ancal, in ragione della propria esperienza e del proprio patrimonio di conoscenze e competenze, indica la soluzione: elaborare il prima possibile una riforma strutturale che sappia porre l’accento, più che sulla qualificazione del rapporto di
lavoro, indubbiamente necessaria ma non strategica alle criticità immanenti al lavoro on demand, sulla definizione di un sistema inderogabile di tutele trasversali, c.d. a geometria variabile, e dunque di un modello protezionistico universale”.
“La necessità istituzionale di sposare e ospitare una tale iniziativa, meritevole e qualificata – dichiara Elbano de Nuccio, presidente dell’Odcec di Bari – promossa da Ancal, nasce dalla consapevolezza che la materia del lavoro rientra da sempre tra le competenze del Commercialista, che assiste professionalmente le imprese nella ricerca di soluzioni organizzative e gestionali efficaci ed efficienti, e, considerato il suo percorso di studi, appare evidente che
la differenza tra il Commercialista e le altre categorie professionali che si occupano della materia di lavoro è la “vision” privilegiata, ossia la capacità e l’attitudine del Commercialista di studiare la materia avendo ben chiari gli obiettivi di efficiente gestione aziendale e di applicarla nel rispetto degli altri elementi che concorrono a tal fine, come, le politiche di bilancio, l’organizzazione aziendale e del lavoro, il welfare aziendale ed altro.