Le api essenziali per la sopravvivenza del pianeta. Convegno sul tema a Melissano
Le api sono insetti che garantiscono la sopravvivenza degli esseri viventi. Non sono importanti solo per la produzione di miele. Anzi va detto che pur essendoci ben 1.017 specie, le api non producono il miele, con esclusione della sola specie delle api mellifere, ha fatto notare Giulio Puccini, in rappresentanza dell’Associazione Apiantide, nel corso del convegno di ieri sera, a Melissano, nella biblioteca comunale ed organizzato dalla Pro loco. Tutte le specie però rivestono una grandissima importanza per il nostro pianeta. Dopo l’intervento di saluto da parte del sindaco Alessandro Conte, hanno preso la parola i relatori moderati dal presidente della Pro loco di Melissano, Massimo Matino.
Il professore Luigi De Bellis dell’Università del Salento ha posto l’accento sulle grandi potenzialità del territorio leccese molte delle quali ancora da sfruttare appieno.
Emanuela Longo, direttrice CIA Salento, ha richiamato le opportunità che la nuova Pac 2023-2027 potrebbe offrire se fosse rimodulata meglio a favore degli agricoltori. Inoltre chiede alla Regione di intervenire per risolvere le tante questioni irrisolte e ha fatto un cenno anche all’inerbimento a cui occorre fare sempre più attenzione perché può portare incendi, portando alla moria delle api.
Maria Chiara Minoia di Slow food Neretum ha detto che l’obiettivo da perseguire è quello di tutelare la biodiversità per portare cibo sano e buono sulle tavole dei consumatori. Ha ricordato poi la raccolta di firme avviata per sensibilizzare l’Unione europea al fine di contrastare i metodi che possano risultare troppo aggressivi verso il territorio e le produzioni agricole.
A rendere possibile la produzione di miele, infatti, sono le fioriture e le linfe di alcune piante. Un vaso di miele racchiude un grande e minuzioso lavoro. Per produrre mezzo chilo di miele alle api servono due milioni di fiori e per ogni chilo di miele percorrono 150mila chilometri.
Dai fiori le api raccolgono minute stille di nettare che elaborano traducendole in miele, riponendolo con cura nelle piccole celle dell’alveare.