Le attività del Centro Lucani nel mondo “Nino Calice”
Continuano le attività di promozione del Centro dei Lucani nel mondo “Nino Calice” e del Museo dell’emigrazione lucana che ha sede nel castello di Federico II di Lagopesole.
Il centro nasce come polo di riferimento per promuovere la conoscenza dell’emigrazione lucana e dei suoi effetti con particolare riferimento alla integrazione degli emigrati nel mondo del lavoro, all’organizzazione familiare, al tenore di vita e, tra le altre, al contributo dato alla crescita degli altri Paesi.
Giovedì mattina nella sala Tre del Consiglio regionale sono state presentatele le iniziative che nell’imminente si svolgeranno sul territorio: il 1 agosto a San Fele per celebrare la figura di Pietro Cristiano emigrato in Belgio come minatore, il 4 agosto ad Oppido Lucano per celebrare la figura di Felicia Muscio stanziatasi in Cile e il 9 agosto a Montescaglioso per ricordare un altro corregionale, Thomas Di Taranto e le sue opere.
I dati ufficiali dell’ Anagrafe Italiana Residenti all’Estero registrano 758 mila lucani emigrati tra il 1878 e il 1950 e solo 1/3 è rientrato, è stato ricordato stamane durante la conferenza stampa.
Interessante il metodo di lavoro utilizzato nella task force regionale per dare vita ad un nuovo progetto multimediale, curato dall’Anci regionale, che restituisce la memoria storica, corale e anche vocale dei lucani emigrati altrove: la ridefinizione dell’albero genealogico telematico, curato da Anci Basilicata, che si costruisce attraverso i gruppi di lavoro che ogni singolo comune insieme alle associazioni presenti sul territorio realizzeranno.
La task force che opera sulle attività del centro “Nino Calice”, la cui gestione delle attività compete all’Ufficio sistemi Turistici e Culturali della Giunta regionale, vede riuniti attorno al tavolo anche la Commissione consiliare Lucani nel mondo, il Dipartimento internazionalizzazione e attività produttive e Anci Basilicata.
“Un certosino lavoro archivistico svoltosi secondo i parametri della legge regionale 7/2015 e in linea con i piani annuale e triennale della Cultura – ha commentato la dirigente dell’Ufficio sistemi Turistici e Culturali della Presidenza della Giunta regionale Patrizia Minardi – e che ha consentito di recuperare e svelare la storia del nostro territorio grazie al lavoro congiunto del mondo accademico e degli archivisti”.
“Alla luce di voler promuovere un “ritorno alle origini”, ha aggiunto Minardi, la Presidenza della Giunta ha emanato delle direttive che favoriscono il turismo sociale o di ritorno ovvero delle provvidenze economiche che vengono riconosciute ai lucani emigrati o discendenti di costoro qualora volessero rientrare in “Patria” anche se per un pernotto minimo di tre giorni.”
In virtù della ricostruzione dell’albero genealogico sono stati rinnovati, inoltre, gli accordi con i musei di Buenos Aires e di Montevideo, i due principali poli che celebrano l’emigrazione dell’America latina, per poter offrire al visitatore del museo sito a Lagopesole tutta la storia dell’emigrazione e dei migranti lucani.