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Le maschere di Tricarico fanno colpo in Sardegna

È stata indimenticabile l’esperienza vissuta a Samugheo (Oristano) dalle “Maschere di Tricarico”, partite in 35 e guidate dal sindaco di Tricarico Raffaello Marsilio venerdì 18 febbraio e arrivate la mattina di sabato 19 nella cittadina sarda per partecipare al Carnevale di Samugheo e avviare un proficuo gemellaggio con la maschera locale, i Mamutzones. Accolte calorosamente da una delegazione dei Mamutzones, le maschere tricaricesi sono state ben accettate dalla gente del posto, che si è dimostrata subito disponibile, gentile e straordinaria, annullando, così, la distanza tra la Basilicata e la Sardegna, vicine per tradizioni. Sabato pomeriggio, nella sala conferenze del “Museo unico regionale dell’arte tessile” di Samugheo, si è assistiti alla proiezione del video “Sos Ossudos”, della regista Eleanna Grussu e alla rappresentazione teatrale “Raios”, della compagnia teatrale “Fueddu e Gestu” di Villasor (Cagliari). Domenica 20, di pomeriggio, non ostante le condizioni climatiche avverse, ha avuto inizio il Carnevale di Samugheo con una splendida sfilata a cui hanno partecipato, oltre alle “Maschere di Tricarico” per la Basilicata, anche gli “Sbandieratori e musici” di Borgo San Marzanotto di Asti per il Piemonte. Insieme hanno sfilato le maschere sarde “Urthos e Buttudos Fonni” di Nuoro, “Su Bundu Orani, Tumbarinos” di Gavoi (Nuoro), “Sa maschera a Gattu” di Sarule (Nuoro), “Su Turcu” di Ollolai (Oristano), “Maimonese Murronarzoso” e “Intintos Olzai” di Olzai (Nuoro) e, a chiudere, “I Mamutzones, s’Urtzu, su Omadore” di Samugheo. I Mamutzones, oltre 70, indossavano una maschera muta, col volto annerito dal sughero bruciato e, sopra un abito di fustagno nero, portavano una casacca di pelli di capra con una cintura, da cui pendevano campanacci; “s’Urtzu”, la vittima della rappresentazione, indossava un completo di pelle di caprone nero, pelli di capretto sul petto e un unico pesante campanaccio, come la capra che guida il gregge; “s’Omadore”, il pastore, con un lungo pastrano nero e il viso coperto di fuliggine, teneva “sa soga”, la fune, un bastone, una zucca contenente vino e il pungolo. S’Urtzu, cadendo a terra dopo essere stato ripetutamente percosso, si rianimava velocemente, accerchiato dai Mamutzones che gli danzavano intorno, bevendo un sorso di vino, muggendo e avventandosi sulle ragazze del pubblico che diventavano, così, parte del rito. I Mamutzones avanzavano danzando all’unisono e, udire un unico suono di tutti i loro campanacci, faceva palpitare il cuore in un misto di entusiasmo, adrenalina ed emozione pura. Il gemellaggio tra Tricarico e Samugheo resterà nel cuore di chi ha partecipato ma si consoliderà l’anno prossimo, con la partecipazione straordinaria dei Mamutzones di Samugheo al Carnevale 2012 di Tricarico, nel… “Continente”. Roberto Incudine, presidente della Pro Loco di Tricarico che ha organizzato il gemellaggio con l’amministrazione comunale, ha voluto esprimere un ringraziamento speciale all’associazione culturale “I Mamutzones de Samugheo”, all’amministrazione comunale di Samugheo, nella persona del sindaco, Antonello Demelas, all’amministrazione comunale di Tricarico, nella persona del sindaco Lello Marsilio, che ha partecipato in prima persona alla manifestazione e un ringraziamento particolare ai Mamutzones e alla gente comune, in particolar modo a Tonino Musu, Tonino Patta, Roberto Mura, Igor Saderi, Andrea Macis, Emanuele, Lucio, Marco, Luca, Basilio, Gianni, a “Sampei” e a Giovanni Mura, alcune delle persone che hanno fatto sentire le maschere tricaricesi come se fossero a casa propria e parte di un’unica famiglia.

Vito Sacco

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