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Le segreterie di FILCA CISL, FILLEA CGIL e FENEAL UIL solidali con i lavoratori della Natuzzi

Le Segreterie Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal Uil sostengono la lotta dei circa 500 dipendenti Natuzzi dello stabilimento di Laterza, che sono in sciopero ad oltranza nei tre turni di lavoro a partire da oggi “contro un atteggiamento padronale inaccettabile ed un piano industriale che punta unicamente alla salvaguardia della griffe aziendale e del made in Italy” e vuol scaricare sui lavoratori e sui sindacati “responsabilità ascrivibili al solo tentativo malcelato di delocalizzare” le stesse produzioni in Brasile, piuttosto che in India, in Cina e in Romania “con la conseguente soppressione degli attuali siti” pugliesi e lucani.

“E’ un gioco che abbiamo compreso benissimo, che denunciamo da tempo e che non condividiamo assolutamente” argomenta Vito Lincesso, Segretario generale della Filca Cisl anche a nome delle altre OO.SS. di Categoria, traendo spunto dall’ultimo incontro tenuto con l’Azienda la settimana scorsa, presso la sede di Confindustria Bari, presenti anche delegazioni di Rsu provenienti dagli stabilimenti Natuzzi di Ginosa, Laterza, Matera, Santeramo.

“L’Azienda ha chiesto per lo stabilimento di Laterza” spiega Lincesso “una cospicua riduzione operativa al netto del cosiddetto personale infungibile, a partire dal 17 luglio prossimo e fino al 12 agosto in concomitanza con l’inizio del periodo feriale, con un incomprensibile abbassamento del livello produttivo al 25 per cento circa.” Una decisione che dovrebbe anche essere sostenuta, prosegue il Segretario generale della Filca Cisl, dal “Cda del Gruppo convocato per il 14 giugno” lo stesso che “in più circostanze ha additato il sindacato, resosi colpevole nientemeno di non assecondare il progetto aziendale e di parteggiare per i lavoratori che, ricordo, sono complessivamente circa 2.500, gli stessi che in fase di assunzione nel tempo sono stati tutti, nessuno escluso, selezionati direttamente dall’Azienda.”

La “questione vera” incalza Lincesso è che “tre anni fa Natuzzi sosteneva la necessità di richiedere la cig per un numero cospicuo di dipendenti quale condizione per superare e risolvere definitivamente una sfavorevole congiuntura di mercato ma, paradossalmente, i grandi network della comunicazione nazionale e mondiale pressoché contestualmente riportavano ed ancora riportano sue dichiarazioni mai smentite secondo cui il mercato del mobile imbottito andava e continua ad andare a gonfie vele e che il made in Italy, in questo settore, non ha rivali nel mondo.”

A nome di Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal Uil “ribadisco la scelta della partecipazione che ha sempre caratterizzato la nostra iniziativa sindacale” annota Lincesso “ma ciò non implica che la presunta competitività della Natuzzi in Italia e nel mondo debba essere direttamente proporzionale alla logica dei presunti esuberi e perciò al dimagrimento di circa duemila unità di personale con la complicità del sindacato, perché a questa ipotesi scellerata noi ci opponiamo e ci opporremo sempre con tutti gli strumenti contrattuali e democratici disponibili.”. Un doveroso riferimento, Lincesso lo riserva all’Accordo di Programma promosso dalla Regione Puglia, disposta anche a rendere disponibili importanti risorse finanziarie, per il rilancio del settore del mobile imbottito, con il coinvolgimento anche dei Ministeri del lavoro e dello Sviluppo economico. “La condizione ora è che Natuzzi elabori e presenti progetti validi, credibili e non pensi a fare solo cassa. Il nostro contributo concertativo sarà assicurato, come sempre!” conclude Vito Lincesso. Intanto venerdì 28 giugno prossimo si fermeranno tutti gli stabilimenti di produzione del Gruppo in quanto i lavoratori porteranno la loro protesta a Bari, manifestando presso la Prefettura.

 

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