Lecce, mobilitazione di protesta contro il “5G”
“Stop 5G” anche Lecce. La città salentina, insieme ad altre 40 città italiane, si mobilita per chiedere di fermare questa specifica tecnologia. Isde Medici per l’Ambiente, insieme a nove associazioni locali, manifesta oggi presso Porta Napoli contro la sperimentazione della quinta generazione della telefonia mobile per la quale non sarebbe stata effettuata nessuna valutazione preliminare di rischio ambientale e sanitario.
Dalle 10.30 alle 13.30, i cittadini potranno ricevere informazioni sui pericoli legati alla massiccia installazione di antenne 5G che si aggiungeranno a quelle già esistenti del 2G, 3G, 4G, Wi-Fi, Wi-Max, determinando un’impennata dell’inquinamento elettromagnetico. Le numerosissime nuove antenne 5G – che serviranno per collegare ad alta velocità oggetti e persone in un’unica rete dando vita all’ IoT (Internet delle cose) – saranno installate in prossimità di abitazioni, luoghi di lavoro e di ritrovo, sottoponendo i cittadini ad una esposizione obbligatoria 24 ore su 24 e ad intensità di potenza e a frequenze finora inesplorate.
Insieme ad ISDE manifesteranno anche la Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) Lecce, l’Associazione Italiana Salute Ambiente e Società (Aisas), il Comitato Lecce via Cavo, il Comitato Salute e Ambiente Lecce e provincia, la Rete Ambiente e Salute del Salento, l’Associazione Per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog, l‘Associazione Italiana Elettrosensibili, con le associazioni di consumatori Codacons Lecce e Codici Lecce.
“Isde ha chiesto la sospensione della sperimentazione in accordo con il pronunciamento di centinaia di scienziati in tutto il mondo. Non appare etico ignorare le evidenze disponibili al riguardo. Duole constatare che le scelte della politica non tengano conto delle ripercussioni sulla salute che questa tecnologia può determinare”, ha detto il presidente della sezione leccese Sergio Mangia.
Per aggiunge Lucia Santoro, presidente Aisas, “l’esposizione ai campi elettromagnetici comporta effetti biologici complessi che si manifestano a livelli di esposizione di gran lunga inferiori ai limiti di legge. È opportuno che gli amministratori pubblici acquisiscano informazioni sui danni alla salute correlati alle radiofrequenze e ampiamente documentati in letteratura”.