Legambiente Taranto chiede con urgenza al Governo la Valutazione preventiva di impatto sanitario per l’ex Ilva
“Torniamo a chiedere al governo di intervenire con un decreto legge che chiarisca l’obbligo di effettuare immediatamente, e con effetto vincolante sulla capacità produttiva massima dello stabilimento siderurgico, una Valutazione preventiva di impatto sanitario secondo le linee-guida Vis definite dall’Istituto superiore di sanità e adottate dal ministero della Salute”. Lo afferma il circolo Legambiente Taranto secondo il quale “la pretesa di Acciaierie d’Italia che, secondo quanto riportato dalla stampa, ritiene che manchino i presupposti per la presentazione di una valutazione preventiva dell’impatto sanitario dello stabilimento siderurgico di Taranto, è inaccettabile: non c’è nessuna legge che le vieti di fornire quella che appare, a qualunque comune mortale, una collaborazione doverosa”.
L’associazione ambientalista rammenta che “la Valutazione del danno sanitario provocato dalle emissioni degli impianti ex Ilva prodotta a maggio del 2021 da Arpa, Aress Puglia e Asl Taranto, nell’ambito del procedimento di riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata allo stabilimento siderurgico jonico, attesta la permanenza di un rischio sanitario residuo non accettabile relativo ad uno scenario di produzione di 6 milioni di tonnellate/anno di acciaio, cioè la produzione attualmente autorizzata”. E’ pertanto “evidente – conclude Legambiente – che la valutazione preventiva dell’impatto sanitario degli impianti in esercizio, richiesta da Legambiente sin dal 2013 per stabilire in maniera scientifica quanto acciaio si possa produrre a Taranto senza rischi inaccettabili per la salute di lavoratori e cittadini, è necessaria e che l’azienda deve fornire la massima collaborazione per poterla effettuare”.