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L’Ematologia di Potenza al centro di importanti studi sulle vaccinazioni contro il Covid

Importanti attestati e riconoscimenti ottenuti dall’unità operativa di Ematologia dell’Aor San Carlo di Potenza. Uno studio effettuato, in collaborazione con la Patologia Clinica, la Rianimazione, le Malattie infettive e la Pneumologia del ‘San Carlo’ di Potenza, nei primi mesi dalla diffusione della malattia pandemica da Sars-CoV2, dedicato alla presenza di anticorpi antieparina/PF4 nei pazienti trattati con eparina e con infezione da Covid-19 in corso, è stato infatti pubblicato all’interno della rivista scientifica “Blood Transfusion”. In particolare, l’ematologa Daniela Dragonetti è stata invitata a presentare questo importante studio all’interno del congresso della Società europea di medicina (Esmed), vetrina per i più importanti studi di medici di tutto il mondo. Inoltre, all’interno della rivista internazionale “Frontiers in Immunology”, è stato recentemente pubblicato un ulteriore studio in riferimento alla risposta anticorpale al vaccino contro il Covid-19. Lo studio, condotto su 215 pazienti ematologici, ha evidenziato come questi ultimi abbiano una risposta complessivamente inferiore rispetto alla risposta ottenuta nei dipendenti dell’Azienda ospedaliera regionale ‘San Carlo’ di Potenza, e utilizzati nello studio come gruppo di controllo, ma, allo stesso tempo, molto eterogenea fra loro. A ciò, si aggiunga una valutazione emersa dallo studio delle risposte del gruppo di controllo, particolarmente numeroso, che mette in evidenza quanto le donne abbiano una produzione anticorpale maggiore rispetto agli uomini, in tutte le fasce di età. “L’Aor San Carlo di Potenza –ha commentato il direttore generale Giuseppe Spera- ha saputo conciliare l’assistenza nella drammatica situazione pandemica con la volontà scientifica di analisi e comprensione di determinati fattori che caratterizzano l’infezione da Covid-19. Siamo orgogliosi delle professionalità messe in campo dalla nostra struttura ospedaliera, sempre più integrata nel contesto sanitario internazionale. Un ringraziamento sincero va, pertanto, inoltrato agli autori degli studi scientifici”.

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