Lettera aperta a Vendola e Fiore
Ill.mo Prof. Fiore,
con la presente vogliamo innanzitutto formularLe il nostro augurio per l’anno appena cominciato perché, con sempre maggiore passione e competenza, possa servire il popolo pugliese nel delicato ambito della Sanità, e possa prendere a cuore le speranze e le attese dei cittadini nella loro condizione più fragile e vulnerabile quale è la malattia.
Ed è proprio ad Essi, uomini, donne e bambini silenti nei loro calvari che l´Azione Cattolica della Vicaria di Massafra, in comunione con le Aggregazioni Cattoliche laicali operanti sul territorio, ai sacerdoti, ai religiosi e le religiose vuole dare voce, in maniera significativa e forte. A suo avviso, le decisioni assunte con la Delibera Regionale del 15 Dicembre u.s. contengono solo le ragioni di una visione riduttiva della politica che si fonda su ragioni economiche e non sul bene comune: sono disattese infatti le esigenze del territorio e soprattutto degli ultimi.
Nell’esprimere il proprio punto di vista, l’Azione Cattolica e le Aggregazioni laicali del territorio, si fanno carico unicamente, alla luce del valore della persona e dei suoi diritti inviolabili, delle istanze dei cittadini.
Invitano all’unità il mondo della politica, più che mai lacerato, contrapposto, incapace di guardare e agire con oggettività superando le dialettiche partitiche.
Con sentimenti di carità, chiediamo ai nostri rappresentanti istituzionali:
1. di anteporre il bene della città e del territorio ad altre logiche;
2. di stralciare il tema ‘Ospedale di Massafra’ dalle argomentazioni della imminente campagna elettorale per le elezioni amministrative, perché nella chiusura del nosocomio massafrese tutti siamo sconfitti: i cittadini prima di tutto, ma anche i politici, nessuno escluso, che nel corso degli ultimi otto anni non sono riusciti a salvaguardare efficacemente il diritto alla salute dei massafresi e degli abitanti dei Comuni limitrofi.
Ridare nuova vita all’ospedale significherà compiere un atto di grazia e di giustizia verso i cittadini e restituire a loro un bene antico che un massafrese, Matteo Pagliari ed i cittadini del tempo hanno voluto, il primo donando le risorse, gli altri avversando il potere dell’epoca.
Noi massafresi siamo molto legati ad uno spettacolo itinerante “La pietra della fame”, un viaggio nel passato della nostra storia. Tra i quadri rappresentati, il più drammatico è proprio l’assalto al Municipio perché Massafra avesse un luogo di cura per il popolo. Oggi i massafresi manifestano la stessa passione di allora ed intendono esternarla e conseguire lo stesso risultato attraverso l’esercizio della cittadinanza attiva e l’appello alla democrazia.
Questa pagina di storia della Città e della sua cultura non può essere cancellata. All´Ospedale i massafresi hanno sempre guardato nei momenti della loro vita personale, sia lieti che difficili.
Sulle loro labbra ha sempre risuonato l’espressione “andiamo in ospedale!”. L’Ospedale era ed è l’ancora di salvezza, di speranza, soprattutto per chi è povero di mezzi o di cultura, per chi è anziano, per chi è nel panico, per chi non conosce la strada per i viaggi della speranza. Per queste persone non esistono altre opzioni se non una rinnovata vitalità del “Matteo Pagliari” e non surrogati di esso.
Non meno drammatica si presenta la situazione se si guarda a tutto il versante occidentale della provincia di Taranto, da Massafra a Ginosa. Per un territorio di 150.000 abitanti circa è previsto un solo nosocomio, l’Ospedale di Castellaneta, tra l’altro declassato qualitativamente e limitato quantitativamente. Significa non offrire alcuna possibilità di cura per tutto il territorio, salvo, forse per la sola Castellaneta. Ciò non solo considerando il numero dei posti letto e le specializzazioni presenti in tale nosocomio, ma anche per l’ubicazione dello stesso ospedale difficilmente raggiungibile in tempi brevi dalle altre località in caso di emergenze acute ed irraggiungibile per la routine o per l´assistenza di parenti degenti con mezzi pubblici. Si tenga presente che l’ospedale Matteo Pagliari si trova in una posizione strategica ideale, a ridosso della statale 100, facilmente raggiungibile e fuori dal tessuto urbano.
L’alternativa per i massafresi, invece, sarebbe trasmigrare verso il “Santissima Annunziata” di Taranto andando ad aggravare una situazione già delicata in termini di capienza e di efficienza conseguente al sovraffollamento della struttura.
Queste condizioni recano un’offesa non solo alla dignità della persona ma mettono in serio pericolo il diritto alla salute . Nessuno ha il diritto di decidere per la vita di un altro ed il compito dell’istituzione è quello di garantire e proteggere ciascuno nel percorso della sua esistenza.
Ella stessa, Ill.mo prof. Fiore, nella conferenza stampa di presentazione del Registro Tumori di Taranto, a Marzo 2009, ebbe a dire che il territorio di Taranto presentava una sua criticità e le valutazioni degli stessi dati emersi avrebbero consentito all’assessorato regionale di programmare nuovi reparti.
Ricordiamo che la Città di Massafra, il 30 Marzo 2009 fu Comune capofila nel protocollo di intesa tra Provincia e Comuni della stessa per organizzare la IV Giornata Nazionale del Malato Oncologico che si svolse proprio a Taranto il 2 e 3 Maggio 2009. Massafra si fece carico, insieme alle associazioni di volontariato oncologico, di tutte le attese e le speranze non solo dei malati oncologici ma di tutte le famiglie ed i cittadini che in tali circostanze avvertono forte lo smarrimento.
Il versante occidentale della provincia di Taranto, inoltre, è una terra ad alta vocazione turistica che vede più che raddoppiato il numero di abitanti nella stagione estiva; rendere questo territorio insicuro e debole dal punto di vista sanitario significa anche di fatto negare uno sviluppo significativo. La nostra terra non avrebbe la possibilità di una offerta adeguata in tutte le sue prerogative sanità compresa.
Da queste semplici considerazioni, Lei potrà comprendere ed immedesimarsi nella disperazione a cui è destinato il cittadino del versante occidentale di Taranto, e massafrese in particolare, proprio dal piano di riordino ospedaliero approvato dalla Regione Puglia.
La decisione di porre la prima pietra del futuro Ospedale San Raffaele a Taranto denuncia sicuramente la presa di coscienza di un disagio che va a crearsi nell´assistenza ospedaliera nel territorio tarantino in generale. Ma senza attendere ulteriormente e senza impiego di ulteriore danaro pubblico, l’Ospedale “Matteo Pagliari” è già disponibile, reso a norma dai lavori ultimi eseguiti, con la capacità di oltre 100 posti letto nonché con tutte le attrezzature sanitarie di ultima generazione di cui è stato dotato.
Queste sono le istanze del territorio che meglio potremo rappresentarVi in un incontro pubblico a cui sin da ora La invitiamo, unitamente ai consiglieri regionali, agli amministratori locali figli di questa porzione di terra pugliese e che con noi e per noi, insieme agli organi di informazione, si faranno latori del presente documento aperto.
Esprimiamo la nostra sentita e vissuta appartenenza alla città attraverso le parole di G.Lazzati:
“Finchè dura il tempo, il compito dell’uomo è quello di costruire con le sue forze una città dell’uomo, una convivenza umana, che renda possibile all’uomo di essere pienamente uomo”.