Lettera aperta di Adiconsum al Sindaco di Matera sulla mancata valutazione delle proposte di modifica del regolamento comunale per le aree PEEP
Lettera aperta al Sindaco di Matera
Signor Sindaco,
per promuovere la partecipazione è necessario ripartire dalla fiducia. Amministrare una città significa comprendere fino i n fondo i bisogni e le esigenze dei suoi abitanti. Occorre essere in sintonia con il sentire collettivo per condividere percorsi virtuosi che mirino al benessere della Città. C’è una responsabilità comune nell’onorarsi a vicenda, dove l’onorarsi a vicenda è
l’impegno costante e continuo per la piena dignità di tutti e di ciascuno. Chi governa, a qualsiasi livello istituzionale, dovrebbe essere proprio colui che più di altri si assume la cura della dignità di ogni persona umana, colui che si adopera perché tutti vengano “onorati”, siano degni di onore: sì, tutti, tanto più quelli che appaiono meno degni. Gli Amministratori, con una scelta propria, si assumono l’impegno specifico e più grande di una simile responsabilità.
L’attenzione per la dignità di ciascun uomo e di ciascuna donna rappresenta la considerazione che ha a che fare con il loro essere cittadini a pieno diritto, soprattutto in tempi come questi in cui si registra una grande sfiducia nei confronti di tutto e di tutti, in particolare nei
confronti delle Istituzioni. Alcune situazioni, come la recente guerra e le tragedie che in essa si verificano, rendono incerte le prospettive del mondo, ma anche dei singoli dovunque essi vivano. L’insicurezza e la mancanza di stabilità di lavoro per chi è in età attiva causano scontentezza, tristezza e rischiano di mettere le generazioni le une contro le altre. Le famiglie, a causa della diminuzione del potere
d’acquisto e della mancata tutela del risparmio, vivono una stagione di enorme preoccupazione e di scoramento- C’è il rischio della chiusura in se stessi, del rifiuto di guardare alla società, c’è il rischio di una piccola tranquillità chiusa tra le mura domestiche che, sole, sembrano amiche.
L’Amministratore locale può essere un artefice importante della fiducia, perché è fuor di dubbio che il Comune è, tra le Istituzioni, quella a cui il cittadino guarda con minor sfiducia. È dal dibattito, a volte aspro e duro, sulle scelte da decidere che può nascere un approfondimento, la ricerca di soluzioni nuove e migliori. È grazie al dibattito – in cui di fatto si affinano le scelte e si confrontano diverse soluzioni – che può emergere l’interesse “vero” della comunità. È necessario riportare al centro il cittadino nel suo essere persona. Le risorse economiche sono solamente un mezzo, non un fine: per quanto importanti, devono tornare a essere semplicemente uno strumento e non altro.
Servono Amministratori onesti e oculati, che sappia no tagliare magari dove è necessario, e che si ricordino sempre che le risorse economiche sono uno strumento, non il fine, non l’obiettivo ultimo dell’Amministrazione. Prima di tutto, infatti, dobbiamo essere ben convinti che ciascuno degli Amministratori è presente nel Consiglio, nella Giunta, per “servire l’uomo”, per venire incontro alla sua domanda profonda di “umanità”, al suo bisogno di avere una “radice”, di tenere ben stretta la sua “dignità”, di vedere esaudito il suo “diritto di cittadinanza”, d i poter vivere pienamente il suo “dovere di cittadinanza”. L’orientamento delle Amministrazioni è esattamente questo: i funzionari, come prevede oggi la Legge, devono agire secondo la politica scelta dagli Amministratori eletti che precisi l’“indirizzo” con precisione. Devono applicare in modo intelligente una Legge che è fatta per l’uomo: non è l’uomo per la Legge. Nel rapporto fra maggioranza e minoranza, nel rapporto fra opposizione e governo locale è necessario sempre più dialogo, confronto e ascolto. Non c’è democrazia senza dibattito. E il dibattito fatto con convinzione, con entusiasmo, con passione, con irruenza, non deve scandalizzare: appartiene alla natura delle cose. È importante allora ritrovare i modi e i toni corretti per un civile dibattito democratico, senza finzioni e “trappole”, senza strategie nascoste per distruggere l’altro. Perché fare l’Amministratore locale è fare politica, e non un mero “amministrar e” inteso in senso riduttivo. È un amministrare così denso di possibilità di intelligenza e passione che può che essere autentica “politica”.
Una politica tarda e corta, in sostanza insensibile ai problemi dei cittadini, abbiamo incontrato nella vicenda del Regolamento Comunale per la cessione in proprietà e per la rimozione dei vincoli degli alloggi PEEP. Incontri senza ascolto, nei quali le scriventi Associazioni dei Consumatori hanno presentato la loro interpretazione delle modifiche alla normativa intervenute nel tempo, ai fini del calcolo per l’affrancazione dei vincoli. Oggi, secondo la convocazione, il Consiglio Comunale approverà (sic!) il Regolamento già predisposto dal lontano mese di settembre non tenendo in considerazione le proposte delle Associazioni dei Consumatori per quanto supportate da autorevoli pareri legali. Una dimostrazione della fragilità di questa maggioranza e della pochezza di questa Amministrazione.
Restiamo a disposizione per ulteriori chiarimenti nell’interesse della cittadinanza.