CronacaPuglia

Lettera di “Genitori Tarantini” al Presidente del Consiglio e ai Ministri

Onorevole Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri,
Onorevoli Ministri della Repubblica italiana,
la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha riconosciuto allo Stato italiano la responsabilità della violazione del diritto alla vita provata e famigliare, oltre alla violazione del diritto a un ricorso effettivo davanti ad un’istanza nazionale.
Al di là della retorica politica che vi porta a riversare le colpe sui Governi precedenti e a porre l’accento su mai dimostrate penali economiche, la Corte di Strasburgo impone all’attuale compagine governativa (a voi tutti) di porre rimedio nel più breve tempo possibile alla situazione ancora oggi esistente. 
Vogliamo giusto rendevi noto che non abbiamo avuto neppure il tempo di metabolizzare la pronuncia della Corte europea del 24 gennaio perché solo il giorno dopo i nostri pensieri sono stati dedicati a Giorgio, 15 anni, che amava le moto, la pesca e Taranto e che un’industria con licenza di uccidere accordata dallo Stato italiano ha tolto ai suoi genitori e fratelli per fargli raggiungere Syria, Lorenzo, Ambra, Alessandro, Elio, Rebecca, Davild, Roberta, Miriam e tanti altri.
Tra le motivazioni che hanno spinto la Corte a condannare l’Italia per la violazione dell’art. 8 (diritto alla vita privata e famigliare) si leggono importanti richiami alla non realizzazione delle misure raccomandate nel 2012 nel contesto dell’AIA, all’estrema lentezza della procedura che consente di raggiungere gli obiettivi igienico-sanitari perseguiti (l’attuazione del Piano ambientale approvato nel 2014 è stata rinviata al mese di agosto 2023), alla assoluta inefficacia dei progetti messi in atto dalle autorità nazionali per condurre al disinquinamento del territorio interessato, alle misure urgenti (decreti salva-Ilva) per assicurare la prosecuzione dell’attività dell’acciaieria, nonostante la constatazione dell’autorità giudiziaria (autorità competente), basata su conoscenze chimiche ed epidemiologiche, dell’esistenza di gravi rischi per la salute e per l’ambiente.
“La Corte”, si legge nella sentenza, “può solo notare il prolungamento di una situazione di inquinamento ambientale che mette in pericolo la salute dei richiedenti e, più in generale, quella dell’intera popolazione residente nelle aree a rischio, che rimane, nello stato attuale, privo di informazioni riguardo il corso della pulizia del territorio in questione, in particolare quali sono le scadenze per l’attuazione delle prescrizioni.”
“Alla luce di quanto sopra,” si conclude, “la Corte rileva che le autorità nazionali non hanno adottato tutte le misure necessarie per garantire l’effettiva tutela del diritto delle persone interessate al rispetto della loro vita privata. Quindi, il giusto equilibrio da trovare tra l’interesse dei richiedenti, che non devono subire gravi danni all’ambiente e influenzare il loro benessere e la privacy e l’interesse della società nel suo complesso non è stato rispettato. Pertanto, in questo caso c’è stata una violazione dell’articolo 8 della Convenzione.”
Il Comitato dei Ministri dell’Unione europea controllerà il vostro operato (non quello dei governi precedenti). Al Comitato e ai tarantini tutti dovrete rispondere delle vostre azioni o delle vostre inazioni.
Alla luce dei nostri deludenti incontri con i Ministri Luigi Di Maio e Giulia Grillo, dubitiamo fortemente del vostro operato; tuttavia, chiediamo che rivediate i decreti legge che hanno permesso l’attività inquinante del siderurgico tarantino in danno della salute dei cittadini italiani di Taranto e dell’ambiente, a partire da quello che prevede immunità penale ed amministrativa per i gestori dell’impianto.
Dei buoni amministratori della res publica, in possesso dei vari studi che riportano i dati epidemiologici dei territori a ridosso dell’insediamento siderurgico, saprebbero cosa fare, al di là di ogni conseguenza. “Fiat iustitia ruat caelum”, dicevano i latini; “ciò che è giusto è la vera uguaglianza”, dicevano i pitagorici. Tutto questo si ritrova negli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana, il libro cui dovreste fare riferimento.
Art. 2 -“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.“
Art. 3 – “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali di fronte alla legge…”
Noi non dimentichiamo i complici del nostro genocidio”

Genitori Tarantini

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