Lettera di monsignor Vincenzo Orofino alle famiglie della Diocesi di Tricarico
Dal 30 maggio al 3 giugno 2012 si terrà a Milano il “VII Incontro mondiale delle Famiglie”, che culminerà con la visita di Papa Benedetto XVI. Per questa occasione, lo scorso 20 novembre, solennità di Cristo Re, il Vescovo della Diocesi di Tricarico, monsignor Vincenzo Orofino, ha inviato a tutte le famiglie della Diocesi una lettera pastorale che è stata pubblicata anche sulla pagina diocesana di Avvenire domenica 27 novembre. È una riflessione sul ruolo insostituibile della famiglia nella vita delle persone, della Chiesa e della società: riflessione che il Vescovo aveva già cominciato lo scorso 5 settembre durante l’assemblea diocesana che segna l’inizio del nuovo Anno pastorale, incentrato quest’anno sul sacramento del Battesimo, nel contesto del cammino di iniziazione cristiana e nell’ambito del compito educativo che sta orientando l’azione pastorale di tutte le diocesi italiane per il decennio 2010/2020. “La famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna – scrive monsignor Orofino – ha un compito sociale nativo, originale, insostituibile e inalienabile. Essa, perciò, è il fondamento della società. Lo è in quanto culla della vita e dell’amore, in quanto luogo naturale nel quale ogni persona nasce e cresce, in quanto luogo dell’umanizzazione della società”. La famiglia, scrive ancora il Vescovo, occupa un posto centrale e primario anche nella vita della Comunità cristiana ed è, perciò, realmente Chiesa domestica e sacramento dell’amore di Dio. Tra la parrocchia e la famiglia, perciò, esiste un legame fondativo e vitale di essenziale e naturale reciprocità: la parrocchia è chiamata a manifestarsi come famiglia di famiglie. Le parrocchie e le famiglie sono chiamate a collaborare soprattutto e innanzitutto in ciò che attiene al vasto e delicato campo dell’educazione delle giovani generazioni all’amore, alla vita, alla fedeltà, alla lealtà, all’accoglienza fraterna, al dono di sé, alla solidarietà, alla giustizia, alla festa, al lavoro, al rispetto, al dovere, alla fede e a tutte quelle virtù umane e cristiane che rendono bella, significativa e attraente la vita. Monsignor Orofino, poi, invita i genitori a essere i primi e principali educatori dei figli: “La fecondità dell’amore coniugale, quindi, non si esaurisce nella procreazione dei figli ma comprende anche la loro educazione integrale. Per voi genitori, educare i propri figli è un diritto-dovere originale e primario, insostituibile e inalienabile, perché unico, insostituibile e indelegabile è il vostro amore per loro. Insostituibile è il vostro ruolo per quanto riguarda la loro educazione alla fede. Solo così la famiglia diventa ciò che è chiamata a essere: culla della vita e dell’amore, scuola di valori umani e di virtù cristiane, casa di comunione e di preghiera, luogo privilegiato dell’esperienza della fede”. Ai figli, invece, chiede di amare i genitori, onorarli ed essere loro riconoscenti, perché “papà e mamma vogliono sempre e solo il vostro bene. Tutto il vostro bene. Accogliete con docilità le loro correzioni per non ricadere nell’errore”, con la stessa gioia e semplicità con cui Gesù “si è occupato delle cose del Padre suo” mentre cresceva in età e sapienza obbedendo a Giuseppe e a Maria. Quindi, l’invito ai giovani a non cedete all’inganno delle lusinghe facili, fragili, accattivanti e passeggere: “Voi avete bisogno di proposte di vita e di certezze per la vita che durino per tutta la vita, che implichino tutti gli aspetti della vita, che rendano bella e lieta tutta la vita. In questo noi adulti, genitori e sacerdoti, vogliamo essere vostri servi”. Degli anziani e degli ammalati monsignor Orofino scrive che occupano un posto privilegiato nelle famiglie, poiché ne sono la memoria e la ricchezza: “Voi ci aiutate a guardare con saggezza e maturità le vicende della vita, perché l’esperienza vi ha resi esperti in umanità”. Infine, il Vescovo comunica che, durante quest’anno pastorale 2011/2012, ogni parroco visiterà le famiglie della propria parrocchia recandosi in tutte le case, secondo le modalità ritenute più opportune e concordate con le famiglie stesse e il Consiglio pastorale parrocchiale. “Sarà una visita speciale – specifica – che andrà ben oltre l’abituale benedizione delle case, con l’obiettivo di incontrare senza fretta tutto il nucleo familiare e stare con voi per condividere, ascoltare, proporre, pregare”.
Vito Sacco