Lettera minatoria indirizzata al consigliere dei Verdi, Angelo Bonelli
“Bastardo, te lo mettiamo in gola, vai via da Taranto”. E’ la minaccia di morte recapitata al consigliere dei Verdi di Taranto, Angelo Bonelli, leader del partito ecologista. L’episodio è accaduto ieri, quando Bonelli si è recato nell’aula consiliare. Uno dei dipendenti comunali gli ha consegnato la missiva (una busta gialla). Sin da subito Bonelli si è accorto che all’interno c’era qualcosa di strano, anche in considerazione del fatto che non era riportato il nome del mittente. Il leader dei Verdi’, così, ha aperto la busta e ha fatto l’amara scoperta. All’interno, un coltello con u a lama lunga circa 10 cm. Bonelli si è successivamente recato presso la stazione dei Carabinieri per sporgere denuncia. In aula, intanto, il presidente del consiglio comunale, Piero Bitetti, e il consigliere del Pd Gianni Azzaro hanno espresso la solidarietà dell’intera assise nei confronti del consigliere comunale.
Bonelli paga, secondo le ipotesi degli inquirenti, l’attività politica svolta specie nel 2012, quando si era candidato a sindaco di Taranto, e ha avviato un’intensa attività di opposizione all’inquinamento prodotto dall’Ilva e delle commistioni tra azienda e politica emerse dall’inchiesta ‘Ambiente svenduto’. Quindi, gli inquirenti pensano che ci possa essere una regia precisa dietro questi episodi, e che ‘spinge’ per costringere Bonelli a lasciare la città jonica.
Non è la prima volta che Bonelli subisce atti intimidatori: nei giorni scorsi, infatti, la Questura di Roma gli ha assegnato un servizio di vigilanza sotto la sua abitazione, dato che lo scorso 13 febbraio era giunta presso la sede dei Verdi un’altra lettera anonima, con all’interno una boccetta piena di liquido, sequestrata dagli artificieri.
Resta da capire se vi sono collegamenti tra i due eventi, o se si stratta di vicenda separate. “Non volevo che questa notizia si diffondesse, l’ho tenuta nascosta soprattutto per non spaventare la mia famiglia. – ha spiegato Bonelli – Quello di oggi è solo l’ultimo di una serie di intimidazioni di cui sono stato vittima: oltre a queste due lettere ricevute in meno di un mese, già nel 2000 ho subito l’incendio dell’auto e della casa poco dopo aver denunciato questioni scottanti. Aspetto che le indagini facciano luce sui fatti, ma intanto non voglio mollare la battaglia intrapresa a Taranto. Io vado avanti”.