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Libera professione degli infermieri, dal Milleproroghe primi segnali di apertura

«Ci eravamo ripromessi che una volta pubblicato il testo definitivo dell’emendamento al Milleproroghe sul tanto atteso sblocco del vincolo di esclusività degli infermieri e degli altri operatori sanitari del comparto della sanità pubblica, avremmo tracciato un bilancio definitivo e posto le nostre riflessioni alla collettività su quello che, è innegabile, rappresenta certamente un primo passo in avanti, una prima risposta concreta alle nostre reiterate richieste al Governo. Un segnale importante rispetto ai contenuti di una battaglia che ci vede da sempre in prima linea. Con la coerenza che ci contraddistingue, riscontriamo, di fatto, che l’arco di tempo in cui per ora è limitato l’allargamento della libera professione si è ridotto ulteriormente. In una prima fase si ipotizzava un termine che era fissato al 2026, ora si è passati a nemmeno 10 mesi, ovvero 31 dicembre 2023. Rimangono inalterati anche i vincoli verso le aziende sanitarie di appartenenza, come la previa autorizzazione. Alla luce di questo provvedimento, è doveroso chiederci a che punto è il cammino di crescita della professione infermieristica”. Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«La nostra posizione rimane la medesima, e non sono pochi, ancora oggi, è innegabile, i limiti di un emendamento che certamente non rappresenta ancora, quel traguardo a cui tutti gli infermieri e le altre professioni sanitarie del SSN aspirano legittimamente, quell’obiettivo che il nostro sistema sanitario necessita di raggiungere, per ripartire con maggiore vigore.

Siamo davanti, a quei limiti, a quei lacciuoli, di cui la sanità italiana non ha affatto bisogno e che, sempre nel caso della libera professione, non si applicano invece ai medici, a cui viene concesso da tempo di svolgerla senza tanti giri. Governo e Regioni abbiano finalmente quel coraggio e quella intraprendenza fondamentali a comprendere che, l’accesso alla libera professione da parte degli infermieri e di tutti gli altri operatori sanitari del SSN, non è affatto un ostacolo per “il sistema salute”. Snellire le lista di attesa, supportare la sanità privata in debito di ossigeno, offrire ad ogni regione il contributo di valenti professionisti provenienti da altri territori, significa trasformare la sanità italiana in un terreno fertile, dove operano professionisti che esercitano al meglio le proprie competenze, al servizio del rinnovato fabbisogno della popolazione», conclude De Palma.

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