Linea d’ombra, l’integrazione possibile
Nei giorni scorsi si è svolta presso la Provincia di Matera l’incontro sul progetto Linea d’ombra. Presenti al tavolo: la Provincia di Matera, la referente della Fondazione con il Sud Sarah Urbano, i responsabili della cooperativa sociale Il Sicomoro, capofila del progetto, il dipartimento salute mentale U.O. Centri diurni dell’Asm, l’A.Ma.Sa.M. (Associazione Materana per la Salute Mentale), le cooperative sociali Collettivo Colobrarese, Genesis e Imparola, e la società Digimat. Il progetto Linea d’ombra, pensato per favorire l’integrazione tra soggetti, strumenti e professionalità diverse che si occupano di inserimento socio-lavorativo di persone con disagio mentale e ritardo cognitivo, sta completando le proprie attività realizzando i percorsi di inserimento lavorativo e di integrazione sociale.
“Il progetto, – ha segnalato il dott. De Ruggieri, – ha portato alla crescita dei processi di integrazione tra associazioni, cooperative, enti e personale sanitario costruendo una solida metodologia di intervento che permetterà anche in futuro di proseguire il lavoro intrapreso.
Le attività realizzate hanno avvicinato al Centro diurno del dipartimento di salute mentale persone che altrimenti sarebbero sfuggite ai percorsi riabilitativi.”
Nel corso dell’incontro i partner coinvolti hanno evidenziato l’assenza di ricoveri tra gli utenti inseriti nelle attività previste dal progetto come dato significativo di efficacia dell’intervento. Gli utenti che hanno avuto accesso al progetto Linea d’ombra sono in totale 90 e, ad oggi, sono stati attivati 24 tirocini: la “remunerazione” a carico della società e non della sanità rappresenta per tutti i partner un punto di forza del progetto.
L’importanza culturale dell’intervento è anche quella di aver reso possibile la partecipazione di cooperative di servizi e società estranee ai temi della salute mentale, coinvolgendole attivamente nei percorsi di integrazione sociale e lavorativa degli utenti. Il progetto infatti, attraverso la realizzazione dei cantieri pilota e dei tirocini, ha consentito di fare riabilitazione sul territorio. Infine con la società Digimat si sta ragionando sulla possibilità di creare cartelle cliniche digitali di natura non soltanto sanitaria ma anche sociale: si mira ad una tracciabilità delle esperienze di natura sociale che diventano parte integrante del trattamento riabilitativo.
“Abbiamo bisogno di creare opportunità permanenti – ha dichiarato il presidente Stella – che assicurino continuità ai servizi sociali dei quali il nostro territorio ha bisogno. La visione da promuovere è di tipo sistemico: creare una rete solida, con la partecipazione pubblica, privata e delle cooperative che consenta di superare la logica dell’assistenzialismo. La Provincia si è già attivata in tal senso e questo progetto costituisce un valido esempio.”