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L’intervento del presidente Emiliano al workshop internazionale a Roma

“La Regione Puglia ha una strategia chiara sui due impianti a carbone presenti sul territorio, Ilva di Taranto e la centrale Enel di Brindisi. Vuole da un lato cambiare le tecnologie di queste due fabbriche ed eliminare il carbone, in particolare all’Ilva, la cui situazione sembra dal punto di vista epidemiologico la più drammatica. Dall’altro rafforzare il sistema sanitario tarantino per curare i feriti della mitragliatrice che spara”. Con queste parole il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha aperto i lavori del workshop internazionale sul tema “Una Road Map per la decarbonizzazione: la Regione Puglia come esperienza pilota in Europa per l’attuazione degli accordi sul cambiamento climatico”, in corso oggi a Roma, presso la sala del Consiglio della Camera di Commercio, organizzato da Regione Puglia e Associazione Europea per le Democrazie Locali.
“Oggi – ha detto Emiliano – eravamo convinti di mettere a segno due risultati: presentare al Governo una proposta strutturata di decarbonizzazione dell’Ilva, basata sull’utilizzo del gas, e dall’altro ottenere una deroga al DM70 per il rafforzamento del sistema sanitario di Taranto.
“Ma su quest’ultimo punto, ieri il Governo ha fatto dietrofront, sorprendendo alle 4 di notte persino i deputati del Partito democratico che si erano molto impegnati nel costruire l’emendamento. Non ne abbiamo compreso la ragione. Rimane comunque il nostro intendimento ad andare avanti con rigore, senza guardare in faccia nessuno, ma anche collaborando con chiunque. I dati epidemiologici nell’area di Taranto sono noti. Stiamo cercando un approccio al tema il meno emotivo possibile. Un’intera comunità, quella di Taranto, da anni sta subendo un inquinamento di Stato in nome di una esigenza strategica di natura economica. L’impianto Ilva è infatti considerato strategico dal Governo al punto di dover continuare a funzionare, nonostante la Magistratura lo giudichi fonte di gravissimi reati, come quello di avvelenamento di sostanze alimentari. Non ci sono precedenti nel nostro ordinamento giuridico di limiti così pesanti da quelli imposti nei famosi Decreti Ilva.
“La stessa Corte Costituzionale con una sentenza drammatica ha sostanzialmente accettato l’idea che il diritto alla salute, almeno per il periodo necessario all’adeguamento degli impianti, possa essere momentaneamente sacrificato. Io non voglio affrontare la questione sulla fondatezza dell’affermazione del Governo. Ho però impugnato l’ultima legge Salva-Ilva davanti alla Corte perché non credo che questo equilibrio sia costituzionalmente corretto.
“Il core business della Regione Puglia non è produrre acciaio, ma salvare e proteggere i cittadini. Perché senza la prosecuzione in vita dei cittadini qualunque obiettivo di sviluppo economico e aumento del Pil è inutile”. E tornando al tema del Workshop, Emiliano ha parlato della proposta di decarbonizzazione: “Ci siamo mossi cercando di offrire al Governo il nostro punto di vista, non sulle materie che non sono di nostra competenza, ma sulla possibilità di indagare altre strade e nuove tecniche industriali capaci di ridurre il rischio per la salute e per l’ambiente. Ottenendo un cambiamento produttivo dell’Ilva noi possiamo azzerare le emissioni nocive e ridurre ad un quarto le emissioni di Co2. Un risultato straordinario che consentirebbe all’Italia, paese che purtroppo viola i trattati internazionali che firma, di rientrare nel novero delle nazioni adempienti a quei trattati.
“Dunque il percorso che la Puglia ha in atto è un contributo basato non sui “no”, ma su proposte concrete. E ci auguriamo che questo modello di collaborazione tra Regione e Governo non venga vilipeso dal momento politico attuale, di fronte ai beni della vita di cui stiamo parlando.
“Avevo creduto molto al rapporto con il Governo – ha concluso il presidente – sia per la costruzione del processo di decarbonizzazione che per il potenziamento del sistema sanitario. Credo che questo rapporto sia stato spezzato e non riesco a capire perché. Sono giornate difficili, quando subisci sconfitte. Mi ricorda quando, da magistrato, dovetti fare udienza in Corte d’assise a Brindisi il giorno dopo la morte di Giovanni Falcone. Allora qualcuno propose di non fare udienza per protesta, ma i sostituti procuratori decisero di andare avanti lo stesso nel loro lavoro, proprio per onorare coi fatti la figura di Giovanni Falcone. Ecco perché anche questa volta andremo avanti e lo faremo grazie a tutti voi”.

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