Lo strano caso dell’ospedale di Stigliano
Chi non ha mai visto la pubblicità di un noto caffè: arrivi in Paradiso circondato da Angeli e San Pietro è lì che ti aspetta con una tazza di caffè fumante tra le mani e ti da il benvenuto? Quale migliore visione per noi Italiani del Paradiso? Ma non c’è bisogno della pubblicità per vedere gli Angeli, chi volesse incontrarli sul serio può recarsi all’Hospice di Stigliano (MT). Un posto in cui non vorresti mai entrare per il motivo stesso che ti porta invece a cercare un posto per essere aiutato a vivere i tuoi ultimi giorni dignitosamente da uomo sulla Terra. Qui arrivano gli Ammalati terminali colpiti da tumore, la malattia che ormai fa più strage delle guerre e gli anziani per lunghe degenze. Appena varchi la soglia dei reparti ti accorgi di non essere in un ospedale qualsiasi, con imposizioni di orari e di regole strane, dopo pochi minuti, il tempo di sistemarti, di vedere la camera, di conoscere i tuoi Angeli e ti senti a “Casa”, questo lo percepisce non solo l’Ammalato in cerca di aiuto e dignità, ma soprattutto chi gli vuole stare vicino, chi lo vuole curare ed amare per aiutarlo nelle ore terribili che il male gli procura. L’Ammalato si sente amato e considerato da questi Angeli che diventano subito suoi amici e che può chiamare per nome come vecchi amici che ti offrono il caffè e la loro ospitalità è sicuramente superiore a qualsiasi accoglienza di un Residence a 5 stelle, soprattutto perchè l’ospitalità offerta non richiede alcuno scambio di interessi monetari. Oltre questo, chiaramente all’Hospice trovi un’altissima professionalità e un livello di formazione professionale che va oltre gli schemi sia degli Infermieri che del personale O.S.S. e di tutto il personale che partecipa quotidianamente alla vita di questa struttura. L’ammalato percepisce immediatamente tutto questo, perchè dopo tanti strazi e sofferenze e soprattutto solitudine, qui finalmente si sente trattato da essere umano e circondato da affetto. A mandare avanti tutta questa meravigliosa struttura e ad averne cura certosina è il San Pietro di turno ossia il Dottor Giuseppe Agneta, che oltre ad aver dato a questo posto i giusti requisiti per essere tale con una formazione consistente in Master Universitari specifici, come quello conseguito all’Università di Tor Vergata di Roma in Medicina Palliativa, frequentato chiaramente a proprie spese, offre una dedizione, una cura e soprattutto tanto amore sia agli ammalati che alle famiglie che assistono i propri cari. Lui cura personalmente tutti i dettagli senza farsi sfuggire nulla, anche se gli aiuti esterni per mandare avanti una struttura di tale livello, che dovrebbero arrivare da chi di dovere, sono pari a meno che zero. Anzi, il Direttore Generale a capo dell’A.S.M. di Matera per “aiutare” la struttura sta riducendo il personale Infermieristico ed O.S.S., facendo in modo di mettere in difficoltà la struttura, che è costretta a sottoporre il proprio personale a turni massacranti pur di offrire ai propri pazienti un servizio sempre al massimo delle aspettative, anche se per esempio nei turni di notte il personale è ridotto ad una sola unità proprio in quei reparti a più alto rischio e con la presenza di un solo medico al Pronto Soccorso. Per fortuna la preparazione unita alla dedizione nei confronti di chi soffre, fa si che ciascuno di loro, con l’aiuto dei familiari, se presenti, riescono a risolvere tutti i problemi che incontrano. Ma questo fino a quando? Fino a che capiterà qualcosa non legata certamente alla volontà di chi opera con tanto amore, ma che finirà da capro espiatorio per poter parlare male e denigrare questa struttura. Infatti spesso gli ammalati sono vittime degli effetti dei farmaci particolari che assumono per calmare i forti dolori e quindi hanno reazioni inconsulte che richiedono anche l’intervento di un aiuto fisico che spesso una sola persona non può dare. Qualcuno può spiegare a questi ammalati che cosa sta succedendo? Perchè si vuole che una struttura di questo tipo che opera al massimo dei livelli, debba essere deferenziata e portata a livelli inferiori, quando nel nostro territorio con riferimento soprattutto al Materano, non esistono altre strutture simili che possano offrire gli stessi servizi e soprattutto la stessa qualità? Perchè in Basilicata, terra di ricchezze naturali come il petrolio, che offriamo a chiunque anche gratis, i servizi sanitari indispensabili per la popolazione, già di per se carenti, invece di essere incrementati vengono ridotti. Non so chi sia a decidere tutto questo, ma sicuramente è un folle! Chiunque lui sia è pregato di fare un atto umanitario nei confronti di chi soffre e di chi gli sta vicino, recandosi personalmente a soggiornare per un giorno in questa struttura per potere vedere da vicino e toccare con mano, rimboccandosi magari anche le maniche per dare il proprio aiuto, e rendersi conto così di quello che succede. Uscendo dall’HOSPICE sicuramente non si sentirà più Onnipotente e invece di prendere decisioni distorte ed avventate, stando seduto su una comoda poltrona, magari pensando già alle prossime ferie, rifletterà un attimo dopo aver ascoltato e toccato con mano il dolore lacerante di chi soffre e dei suoi cari e dopo aver visto esaudita la richiesta di aiuto rivolta a quegli Angeli che ormai chiama per nome e a quel San Pietro che fa di tutto e di più, e certamente oltre quello che comunque l’Azienda gli consente, rimettendoci spesso di persona. Gli Ammalati ESIGONO una risposta! Nella solita Italia dei controsensi gli Ammalati non vogliono che una struttura che funziona perfettamente venga resa impotente da decisioni folli prese per i soliti motivi politici e magari venga chiusa per inefficienza. BASTA! Abbiate almeno pietà della sofferenza e riflettete tutto questo è un giro domani potrebbe capitare anche a VOI di aver bisogno di questi Angeli!
Cordialmente
Carmela BUONANNO