Lsu, lavoratori abbandonati a sè stessi
“Per la partita complessiva degli Lsu è necessaria trovare una rapida soluzione”. A sostenerlo è il segretario regionale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, che sottolinea come “dopo oltre 15 anni dall’inizio dei progetti di lavoro socialmente utile nella nostra regione sono rimasti circa 450 Lsu ancora attivi per i quali l’intervento della recente sentenza della Corte costituzionale è stata una vera doccia fredda col risultato di aver gelato la speranza di una stabilizzazione”. Secondo Gambardella “gli Lsu costituiscono un’altra delle platee storiche di precari di cui questa regione è ricca, infatti dei circa 450 Lsu la maggior parte si trova, avendo iniziato in giovane età, in una fascia di difficile collocazione, con scarse professionalità acquisite e, soprattutto, e localizzata in aree interne dove le opportunità di lavoro sono ridotte al lumicino. D’altra parte non si può pensare che per questa platea non trovi una soluzione, considerando anche che il reddito di queste persone ammonta a circa 500 euro mensili, con l’aggravante dell’assenza di contributi che non crea alcuna prospettiva pensionistica. C’è la necessità di una legge regionale quadro che affronti in maniera risolutiva e definitiva il problema occupazionale degli Lsu – continua il segretario della Cisl – accogliendo al contempo i rilievi della stessa Corte costituzionale circa le procedure di stabilizzazione e con l’obiettivo di sanare definitivamente la condizione di tutti i lavoratori socialmente utili già stabilizzati e di quelli che dovranno essere ancora stabilizzati, considerano anche che un altro degli effetti della sentenza è di aver bloccato qualsiasi stabilizzazione in essere dall’inizio dell’anno per le ovvie preoccupazioni che gli amministratori locali nutrono circa la legittimità di queste procedure”.
Per Gambardella “ultimo aspetto, ma non di minore rilevanza, è la necessità di sanare la situazione contributiva di questi lavoratori, in particolare per quelli a carico della Regione Basilicata. Dopo il riconoscimento del diritto ai contributi figurativi da parte del ministero del Lavoro e dell’Inps nazionale, vi è la necessità di regolamentare questo diritto con un accordo tra Regione e Inps regionale affinché tutti questi lavoratori possano godere della copertura previdenziale per gli anni di lavoro già effettuati e avere così garantito un minimo di prospettiva pensionistica”.