Lucio Dalla e Nicola D’Imperio a Matera
Sì, proprio lui, la star intramontabile della musica italiana Lucio Dalla, che tra breve vedremo a Sanremo nella veste inconsueta di direttore d’orchestra, ha voluto prestare il suo volto, la sua cultura, la sua maestranza per testimoniare ai materani che l’ultimo libro edito dalla casa materana Edizioni Magister “La Lucania a piedi” di Nicola D’Imperio è un testo da leggere perché porta beneficio alla mente, all’arte, alla poesia, all’anima, alla memoria, ai luoghi in cui è ambientato: la “Lucania”.
E’ giunto, insieme all’attore e suo produttore discografico, Marco Alemanno, a Matera sabato 04.02.2012 alle 16:30 ed è stato ricevuto dall’autore Nicola D’Imperio e dall’editore Timoteo Papapietro nell’ufficio del primo cittadino in cui vi erano i rappresentanti della casa comunale, ed ha firmato il libro degli illustri visitatori. Un coloratissimo cucù in terracotta, che prontamente Lucio Dalla ha trasformato in musica soffiando all’interno e producendo il suono del fischietto, ha ricordato di trovarsi di fronte, oltre che ad un cantante, anche ad un clarinettista.
La Dott.ssa Eleonora Bianco, storica dell’arte, scrittrice e guida turistica, ha accompagnato il cantante bolognese, insieme all’organizzazione, alla Casa Cava descrivendo le particolarità di questi 900mq restituiti alla città dopo un accurato restauro. Colmo di ammirazione e stupore per l’inaspettato posto, Lucio Dalla contempla a voce alta: “È un vero gioiello dall’acustica straordinaria, dove antico e moderno parlano la stessa lingua, una lingua autentica fatta di cultura e di arte”.
Giunti al Palazzo Viceconte (già Venusio), si è soffermato ad apprezzare le scale irregolari, il prezioso restauro di tutto il palazzo, rispettoso nel ripristinare la sua originalità, e tra i suoi incantevoli accessori appesi ai muri ritrova un dipinto di un pittore russo a lui tanto caro.I giornalisti sono stati premiati per la paziente attesa ed in una sala dedicata esclusivamente a loro, sono pronti per intervistare Lucio Dalla giunto insieme a Nicola D’Imperio, Timoteo Papapietro, Giovanni Viceconte, Cornelio Bergantino e Salvatore Adduce.
Senza attendere domande, Dalla con la sua loquacità, dichiara:“Vivete in un posto unico al mondo, una città che conosco bene grazie all’amicizia trentennale con Nicola D’Imperio, uomo di scienza ma anche di arte e cultura. Matera è un miracolo del tempo, di un armonioso contatto fra il tempo passato e il tempo reale, la contemporaneità, è un posto dove vale la pena vivere un po’ di tempo ed entrare in possesso di tutte le informazioni che la città trasmette. La bellezza dei Sassi sta nel fatto che è capace di raccontare non solo il suo passato, ma anche il presente. Ringrazio di cuore per l’invito di Nicola, occasione per parlare del magico libro da lui scritto ma anche per ritornare in questa città del sud; siate orgogliosi di essere materani”.
Usciti dalla conferenza stampa, il gruppo raggiunge l’attigua sala del convegno e all’entrata in sala, Lucio Dalla, resta meravigliato del numeroso pubblico accorso al convegno “Musicalità e racconti tra i Sassi di Matera”.
Visibilmente entusiasta per la calorosa accoglienza saluta tutti i convenuti alzando in alto, come un trofeo, il libro oggetto del convegno “La Lucania a piedi” di Nicola D’Imperio (Edizioni Magister).
Accompagnato dal caloroso applauso di benvenuto si accomoda al centro del tavolo dei relatori accanto al suo personale amico, l’autore del libro, restando con il suo cappellino di lana sul capo.
Ancor prima che la bella ed elegante moderatrice, Tatiana Lisanti, ha il tempo di presentare la serata, il cantante bolognese debutta dicendo: “Cari amici di Matera non mi aspettavo una accoglienza così sentita, mi scuso dell’abbigliamento non istituzionale, sono vestito da lavoro ma daltronte io sono vestito sempre così”. Ringrazia l’organizzazione dell’evento, l’autore e le autorità presenti ma sottolinea, rivolgendosi al calororoso pubblico, che “questa sera l’autorità vera siete voi” dimostrando che per lui la gente viene al primo posto e non le rappresentanze politico-istituzionali.
La giornalista della Rai dichiara il proprio attaccamento alla sua Lucania ma, che per motivi di lavoro, è costretta a trascurarla e ringrazia il Prof. D’Imperio, a cui è legata con una bella amicizia, e l’organizzazione, di aver incaricato lei di moderare questo convegno dal titolo “Musicalità e racconti tra i Sassi di Matera” perché lei stessa ha partecipato alla stesura del libro, oggetto del convegno, con una sua presentazione inserita in copertina.
Nicola D’Imperio, continua la giornalista, gode di tutta la mia stima, lui è uno dei più apprezzati grastroenterologi italiani e non solo, primario di due strutture ospedaliere del capoluogo emiliano, anche se questa sera qui è in veste di scrittore e devo dire che riesce molto bene anche in questo ambito. Il convegno si apre con “una delle più belle canzoni -dice Dalla- della storia mondiale, il testo del poeta Salvatore Di Giacomo paragonabile al Petrarca”, il brano “Era di Maggio” è perfettamente eseguito dalla chitarra di Cosimo Maragno e cantato da Monica Petrara, ragazzi materani di notevole talento.
Aperto il convegno e, dopo i dovuti saluti, il sindaco di Matera Salvatore Adduce dice di aver letto il libro: “un il libro molto bello, molto interessante, molto commovente. Nicola D’Imperio ha voluto scegliere di stare dalla parte di Matera per il progetto che abbiamo lanciato, parlo del progetto della candidatura di questa città a capitale europea della cultura per il 2019”.
Il cantante bolognese, dopo aver ricordato che Nicola D’Imperio oltre ad essere un bravo scrittore è anche un bravo medico, entra nel vivo del convegno parlando della musicalità della materia “innanzitutto per dire quanto sia connessa e vicina, non solo la sonorizzazione della materia ma anche la resa artistica della sonorizzazione della materia, è necessario sapere che ci sono artisti importanti che realizzano sculture di pietra che emettono suoni. Io ho un quadro che passando i polpastrelli attorno, questi emette un suono. Sono il primo testimone della musicalizzazione degli oggetti, della materia. Certo che anche noi siamo materia in quanto corpo, ma siamo anche anima, e quindi ritengo che anche nella materia vera, che è la materia classica, i sassi, i muri dei castelli, le città di pietra, le città come Matera, come Petra in Giordania abbiano una musicalizzazione loro, naturale, autonoma rispetto ai miliardi di suoni che percorrono il mondo e l’universo. Non potrei mai immaginare anche la materia più pesante senza suono”.
Lucio Dalla ha promesso di tornare a Matera soprattutto come concittadino amante di questa terra.
L’assessore alla cultura, Prof. Cornelio Bergantino, è intervenuto con piacere sulla cronaca, poesie, racconti e sonorità narrate nel libro. Ha ricordato lo spiritello del monacello, una trascrizione simpatica e avvolgente, che entrava nelle vite della gente dei Sassi, nei loro mestieri con dispetti a regola d’arte. Viene assunta come metafora per dire che fare la scalata sociale era un problema, difficile, e che era fattibile solo con la complicità del monacello che spostava l’invidia su un’altra persona concorrente del precedente. Ha richiamato altre storie, di grande suggestione che attengono anche alla magia, scritte nel volume concludendo con un ringraziamento profondo a D’Imperio “per aver saputo raccontare pezzi dell’umanità di Basilicata con il cuore e l’ingegno di chi la ama profondamente”.
Dopo una pregevole esecuzione del dalliano brano“Caruso” da parte di Monica e Cosimo, meritando l’ascolto e il convinto applauso di Lucio Dalla, lo scrittore del libro dice che la Lucania è una terra in cui lui è nato ma che a un certo punto si accorge di non conoscere, e quindi ha organizzato questo viaggio, un itinerario per attraversarla ma, solo andando a piedi si riesce a cogliere l’essenza, osservare bene quello che c’è intorno, ascoltare i suoni, i profumi, parlare con la gente. Ha scoperto una terra che paesaggisticamente, soprattutto all’interno, è di una fantasia, di una poesia disarmante, gente con cui non era abituato a confrontarsi, gente diversa rispetto a quella della bellissima città di Bologna in cui vive e lavora, tuttavia la gente lucana che ha incontrato in questi paesi è diversa, con un significato, una essenza diversa, la bellezza della gente e del paesaggio hanno conquistato la sua anima.
Aggiunge “se un medico si mette a scrivere è una follia, tutti dobbiamo essere folli come ci ha detto anche Steve Jobs, ricordate il folle volo di Ulisse? Sono quelli gli uomini che hanno creato il mondo in cui viviamo, gli uomini con un po’ di follia; voglio essere anche folle perché il mio mestiere di primario medico a Bologna mi porta ad essere troppo razionale tutto il giorno ed è per questo che voglio, ogni tanto, essere folle”.
Continua, quasi a dimostrare che la sua follia è poesia, con una dolcezza incantevole, pittorica, seducente e musicale descrizione di luoghi e posti della Lucania: “Le chiese, le case, le grotte, le cantine, i vicinati, le stradine coi comignoli per tetto delle case sottostanti, le scale, i gradini, in salita, in discesa, gli archi, i muretti, le balaustre, le scalinate, le chianche, i gradoni, la pietra, la roccia di calcarinite che affiora prepotente tra le case, i chianconi, il tutto ammucchiato insieme, in un disordine straordinario e incorniciato in alto dai palazzi nobili ed in basso dall’orrido e ancora in alto dalle pietre della murgia. E poi i falchi e le rondini nelle liriche risonanze d’estate, il fiore del cappero che spunta dal tufo e i tramonti che uniscono il rosso ai cento toni di grigio. E ancora le storie millenarie racchiuse nell’urna di voci e di canti lontani, la memoria senza i limiti del tempo, che gli anni della vergogna e dello scellerato abbandono non hanno cancellato.
Questa terra così antica, misteriosa, magica, non poteva lasciare indifferente l’uomo, neppure il più distratto o superficiale, in alcuni ha suscitato sgomento, in altri stupore, o tristezza, ma in ogni caso forti sensazioni, moti dell’animo. E così la città dell’uomo ispirava artisti, scrittori, poeti che, nella società agricolo-pastorale, si esprimevano semplicemente nell’arte e nella poesia popolare, pur non mancando espressioni di arte nobile. Oggi i pastori ed i contadini non abitano più i Sassi, nelle loro case ci sono ristoranti, piccoli alberghi, botteghe artigiane o di souvenir, ma sono ricomparsi gli artisti, gli scrittori e i poeti, numerosi”.
Poi analizzando il rapporto tra medici, cultura e Sassi, lo stesso Nicola D’Imperio, ricorda i più grandi uomini medici che si sono distinti, nei secoli, anche nel mondo dell’arte, della poesia, dell’archeologia, del sociale, a testimonianza dei moti dell’animo suscitati in essi dai paesaggi, dalla natura e dalla storia di questa prodigiosa terra: Eustachio da Matera (1230), Tuccio De Scalzonibus (1450), Antonio Verricelli (1500), Matteo Parisi (1600), Domenico Pistola da Matera (1700), Giovanni Dragone (1800), Carlo Battista da Matera (1825-1889), Domenico Ridola (1841-1932), Raffaele Serra (1861-1938), Antonio Guerricchio (1894), i contemporanei Rocco Mazzarone, Mauro Padula e il suo fraterno e compianto amico Eustachio Loperfido.
Chiude coperto da un lunghissimo e convinto applauso del soddisfatto e numeroso pubblico dicendo “Nel mio essere medico, legato alla tecnologia ed alla razionalità dell’evidenza scientifica appresa ed esercitata fuori da Matera, non si sono mai assopite le sensazioni ed i moti dell’animo innescati dalla magia di questa terra durante le suggestioni dell’infanzia e dell’adolescenza, che ho tentato di esprimere, da lontano, nella pittura e nella scrittura coltivate nel poco tempo che mi rimane al termine del giorno, dedicato per intero alla diagnosi ed alla terapia dei mali dell’uomo, l’ultima mia espressione è stato questo mio libro. Il medico antico era cultore dell’arte, della letteratura e del pensiero e, a volte, artista, scrittore e pensatore lui stesso e, coniugando questa cultura con le indispensabili conoscenze scientifiche, riusciva a porre l’Uomo come elemento centrale del suo interesse e lo curava, spesso con successo, pur in assenza di tecnologie. Il medico moderno ha a disposizione un poderoso patrimonio tecnologico grazie al quale fa diagnosi, terapia e prevenzione e sta allungando velocemente la vita media, ma non basta, è necessario migliorare anche la qualità della vita e per fare ciò il medico deve riscoprire la centralità dell’Uomo, come facevano i suoi predecessori”.
Il presidente dell’APT della Basilicata afferma: “questo interessante itinerario che il Prof. D’Imperio ci propone nel suo libro, è uno spunto interessante per promuovere e raccontare la Basilicata. La fortuna recente della nostra regione, la dobbiamo in gran parte a questi grandi lucani che ritornano alle loro origini, pensate a Francis Ford Coppola, Rocco Papaleo, al romanzo di Mariolina Venezia e stasera a questo straordinario lavoro di Nicola D’Imperio. Grazie a loro la Basilicata si racconta molto di più del passato, si racconta nella memoria con uno sguardo e un ritorno alle origini. Mi ha molto colpito che nel raccontarla, torna negli occhi di un grande scienziato, come il Prof. D’Imperio, il monacello e tornano i briganti con i loro miti. Il merito del libro è far tornare in evidenza, che sono tutte storie di qualcuno che ha subito violenze ed abusi e quindi si ribellano. Nel grande sforzo del governo nazionale per il centocinquantenario dell’unità d’Italia, al fine di ricordarcela, semmai si è occultata questa contraddizione che è nel cuore della Basilicata e che rappresenta una delle grandi questioni indomabili, è un grande mito della nostra terra”. Il Prof. Giovanni Viceconte ricorda il contributo dato in campo scientifico insieme con l’autore, organizzando nella città di Matera convegni internazionali di grastroenterologia suscitanto lo stupore dei convenuti da tutte le parti del mondo per la magia e l’unicità delle nostre terre. La serata si conclude ricordando una frase, di sinisgalliana memoria, che vollero utilizzare come titolo ad uno dei convegni: i fiumi dalle acque profonde scorrono senza fare rumore.