Made in Taranto: “l’ordinanza contro gli abusivi era uno scherzo”
Tra minacce più o meno velate, situazioni più o meno immutate e schifo indegno in tutta la città ed oltre (vedi Isola Amministrativa di Taranto, meglio conosciuta come Torre Sgarrata), sento di dire ancora una volta la mia sulla questione abusivi, sporcizia, rifiuti e senso di abbandono da parte delle Istituzioni. Nonostante i mie sforzi di gettare il cuore oltre l’ostacolo e di voler guardare davvero oltre i problemi che attanagliano questa assurda città, mi rendo conto che, a distanza di qualche settimana dall’insediamento di questa nuova Amministrazione tarantina, le cose non accennano a cambiare. Soprattutto se dobbiamo sentirci presi in giro da un’ordinanza rivolta agli abusivi che non si trova il modo di far rispettare. Sale sempre più la voglia di fare da soli. Viene la voglia di contravvenire alle regole, di sovvertire i giochi, di fare azioni eclatanti. Ma, mi creda sig Sindaco, lungi dal voler essere polemico, non siamo nel Far West dove, a far rispettare le leggi, serve l’individuo isolato con la pistola facile. Taranto sente fortemente l’assenza delle Istituzioni. Eppure i tavoli non mancano, le occasioni per fare quadrato intorno al problema sono all’ordine del giorno. Ciononostante, osservo azioni isolate di Polizia o Carabinieri che fanno quel che possono. Nel frattempo, nonostante pure certi sforzi recenti orientati al tentativo di risoluzione di alcune vicende riguardo degrado e sporcizia diffusa, gli episodi di abbandono di rifiuti crescono ogni giorno, doppie e triple file si sommano indisturbate sui principali viali della città, la mancanza di controlli e di pattugliamento del territorio è evidente. Non so se sia normale che da un lato si faccia occasionalmente la voce grossa contro lo scempio che si compie ogni sera su Lungomare e da un altro certi operatori insistano nelle loro violazioni con grave senso di leggerezza e di impunità. Così come è grave sentirsi addosso il peso dei Wind Days quasi fossero una cosa normale. Dal momento del suo insediamento, ho voluto sperare che qualcosa dovesse cambiare per forza perché conosco il suo valore. Ma a questo punto mi sento come nel gioco dell’oca. Al punto di partenza. Taranto ha bisogno di un’azione di forza. Di venti di guerra nei confronti di una mentalità primitiva, fatta di menefreghismo, trasgressione delle regole, inciviltà, inconsistenza dell’essere. Occorrerebbe mostrare un tantino i muscoli, se ci sono. Altrimenti ditecelo. Che ci mettiamo l’anima in pace. Diteci le cose come stanno. Sapremo se andarcene o restare.