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Malati assetati al Di Venere

Alcune bevande e alimenti cominciano ormai a deteriorasi nell’ospedale Di Venere di Carbonara. Sono custoditi dal 29 luglio scorso, da quando la Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini sugli appalti truccati nella sanità pugliese, avviate nel 2008 dalla procura di Bari, pose sotto sequestro anche i distributori e i totem informativi allestiti nelle aree ristoro.

Luigi Lestingi, direttore sanitario dell’ospedale, quanto questa situazione crei disagio ai pazienti e ai familiari nonché al personale. “Vorremmo sapere quando ci sarà la nuova gara. Nel frattempo dobbiamo tenerli in custodia, non possiamo toccare nulla, neppure provvedere a svuotarli. È un problema per dipendenti e parenti che hanno bisogno di qualcosa quando il bar è chiuso, ma stiamo cercando di tenerlo aperto anche la domenica mattina. In tutti i reparti si fa il caffè – continua a spiegare Lestingi – mentre se un paziente deve affrontare una prestazione ambulatoriale, anche chi è in attesa di un prelievo di sangue, ha il diritto di chiedere l’acqua al caposala. Solo a marzo abbiamo destinato 3.120 bottigliette per questo uso. Ogni giorno ai 300 ricoverati sono destinate invece due bottiglie d’acqua da mezzo litro, 350 invece per i dializzati”. In settimana infatti, il bar chiude alle 18:00 e la domenica alle 13:00, quindi chi ha bisogno di una bottiglia d’acqua è costretto ad uscire dal comprensorio ospedaliero e con l’arrivo dell’estate la situazione peggiorerà.

Mariateresa Cotugno

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