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Mappa della biodiversità, Basilicata contenitore di specie rare

Va bene l’antropizzazione del territorio e quindi la crescita e lo sviluppo economico, purché ciò sia fatto nel rispetto degli habitat naturali, patrimonio di specie vegetali e animali che ereditiamo dal nostro passato. Stando ai risultati del progetto per la conservazione della biodiversità Rete Natura 2000, la Basilicata rappresenta un esempio positivo di sviluppo sostenibile. Lo rivela la mappa prodotta dal gruppo di ricercatori interdisciplinari che hanno lavorato per quattro anni a un progetto fortemente voluto dalla Regione Basilicata. Con i suoi 50 siti di interesse comunicati (Sic) e le 17 zone di protezione speciale (Zps), la regione vanta un ambito territoriale “protetto” pari al 17 per cento del suo territorio (170.479 ettari). In questo spazio la Regione Basilicata conferma una pianificazione basata su un modello di sviluppo moderno, orientato a conservare territori, saperi, culture, produrre paesaggi, cibo, reti sociali, recuperare valori. L’ottica, come ha ricordato l’assessore regionale all’Ambiente Vilma Mazzocco, è quella mettere in rete un sistema di tutela e di conservazione della biodiversità basato sulla connessione e l’integrazione dei settori che generano sviluppo sostenibile.

Tanto è emerso questa mattina, durante un’iniziativa di rilievo nazionale organizzata a Roma all’Accademia dei Lincei, dalla Regione Basilicata, dal Forum Plinianum e dall’Enea. Durante il focus, introdotto dall’assessore all’Ambiente Vilma Mazzocco, dal sub commissario dell’Enea Piergiuseppe Maranesi, e dall’accademico dei Lincei Sandro Pignatti, sono emersi risultati considerevoli nel campo della salvaguardia degli habitat. Su 27 siti monitorati, 11 tipologie di habitat sono quelli di carattere prioritario, considerati di particolare valore grazie alla presenza di specie rare: in tutta Europa ne sono state individuate 34 tipologie diverse. Solo in Basilicata, dunque, vi è il 30 per cento di tipologie di habitat individuati nel continente, su cui insiste una biodiversità da salvaguardare prioritariamente. Gli habitat di “nuova indicazione”, cioè l’insieme di porzioni di bosco, superfici, pascoli e parchi fluviali sui quali insistono specie animali o vegetali che non erano state censite nelle campagne di monitoraggio passate, sono 123. All’interno degli habitat di “nuova indicazione” sono state individuate 239 nuove specie. Nella sola Murgia di San Lorenzo, in Val d’Agri, presa da esempio, sono state indicate specie di uccelli mai censite prima come il “Coracias garrulus” e l’”Alcedo atthis” oppure specie vegetali come la “Stipa austroitalica”.

“Il catalogo dei risultati è ampio e grazie a questa mappatura – è stato detto stamani a Roma – sarà possibile conoscere lo stato degli ecosistemi in relazione alle principali pressioni ed impatti sul territorio, la definizione di misure di conservazione e piani di gestione per minimizzare gli impatti e garantire il mantenimento degli habitat e della biodiversità, un’occasione preziosa per salvaguardare un patrimonio di valore inestimabile”.

 

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