Marcello Mascherini al MIG
Venerdì 15 maggio 2015, alle ore 18.30, in Castronuovo Sant’Andrea, nelle sale del MIG. Museo Internazionale della Grafica – Biblioteca Comunale “Alessandro Appella”-Atelier “Guido Strazza”, si inaugura la mostra dedicata a Marcello Mascherini(Udine, 14 settembre 1906 – Padova, 19 febbraio 1983) che continua il lavoro di informazione iniziato il 20 agosto 2011 con la storia della grafica europea e proseguito con le personali di Mirò, Degas, Renoir, Bonnard, Matisse, Dufy, Picasso, Calder, Ben Shann, Secessione di Berlino, Pechstein, Zadkine, Bernard, Marcoussis e Henri Goetz, accompagnati, rispettivamente, dalla mostra di Renoir in poi, dalla presenza in controcanto di un artista italiano: Gentilini, Strazza, Accardi, Ciarrocchi, Consagra, Melotti, Maccari, Bucci, Perilli, Raphael e Del Pezzo.
La mostra dell’opera grafica di Mascherini, la prima prodotta in Italia, comprende 71 fogli realizzati tra il 1927 e il 1977 con tecniche quali la xilografia, l’acquaforte e la litografia, utilizzate anche per i libri d’artista La Rapsodia del Fascismo (di Gianni Carmine, Editrice “L’Italia nel mondo”, Trieste, 1927), Tra sera e note (di Biagio Marin, All’insegna del pesce d’oro, Milano, 1968), I fiori di Marcello Mascherini (di Vanni Scheiwiller e Alessandro Mozzambani, collana “Arte Moderna Italiana” n. 65, All’insegna del pesce d’oro, Milano, 1975), L’Orfeo di Mascherini (con testo di Alfonso Gatto, Corbo e Fiori Editore, Venezia, 1975), Liriche (di Gabriele D’Annunzio, con testi di Alfio Fiorini, Emilio Mariano, profilo su Mascherini di Alessandro Mozzambani, edizione probabile dello stesso Alfio Fiorini, Verona, 1976) e le cartelle:Tre acqueforti di Marcello Mascherini e dodici frammenti lirici di Saffo, Alceo ed Anacreonte tradotti da Tino Sangiglio (Collana Grafica del Testimonio, Stamperia Cartesius Editore, Trieste, 1976),Dannunziana di Marcello Mascherini (cartella con tre acquaforti, presentazione di Alessandro Mozzambani, Verona, 1976).
Le opere, provenienti dall’ “Archivio Mascherini”, mettono in luce il percorso creativo dell’artista friulano, dall’ attenzione alla realtà e alle sue proposizioni plastiche, proprie degli anni Venti, all’acquisizione di un ritmo personale nell’ambito delle esperienze attraversate nel corso dei decenni che non lo allontanano, tuttavia, da quell’originale sapore arcaico di cui si era nutrito giovanissimo durante gli anni di guerra. Un’antologica, quindi, che attraverso l’opera grafica, ricorda come l’artista abbia sviluppato la sua personalità con l’intento di svelare il pensiero che precede la creazione, alla continua ricerca della forma e allo stesso tempo dei valori simbolici universali, dal mito alla natura.
L’attenta analisi delle xilografie, delle incisioni e delle litografie di Mascherini svela una creatività fortemente legata alla pratica del disegno. Nelle sue opere, infatti, molto evidenti sono i valori grafici della composizione, accompagnati da una sapiente campitura degli spazi, da una sicura gradazione dei toni e da una grande capacità nel dare forma alle cose, anche attraverso tocchi leggeri e sottili. Nelle figure, filiformi ma dotate di un tratto che ne traduce tutta la plasticità, si intrecciano, in nome di quel suo amore per il mondo antico, elementi classici e contemporanei con l’intento di rinnovare quei miti che diventano grandiose rappresentazioni visive di una realtà ancora viva. Il mito, quindi, diventa per Mascherini il tramiteattraverso cui espimere la totalità dei valori umani, come ben individua Alfonso Gatto scrivendo per l’Orfeo di Mascherini: “quel che di se stesso il mito può tacere con un imperativo del silenzio e della figura muta più forte della sua voce, è ancora memorie di cose non viste e credute, una contemporaneità, nello spazio visionario, dei tempi accaduti o da venire sulla terra”.
Poetica, aspirazioni e risultati stilistici sono stati indicati con precisione dallo stesso Mascherini, in occasione della mostra personale del 1959 nella Galerie David et Garnier di Parigi: ”Nello sforzo che sostengo per mantenermi in un linguaggio figurativo, io propongo la mia scultura come un oggetto il quale trova in se stesso le sue leggi: la forma del quale deve essere giudicata secondo l’equilibrio dei pieni e dei vuoti e dei chiari e scuri, come una forma pura: forma che tuttavia resta carica di un profondo sentimento umano”. Nel 1953, sempre a Parigi, Ossip Zadkine, presentandolo nella mostra alla Galerie Drouant-David, aveva sottolineato questa necessità di muoversi ”tra quel piccolo numero di principi immutabili che attraversano la storia dell’arte e l’evoluzione della scultura come un rivo di cristallo”.
La mostra, corredata da immagini, documenti e filmati (Marcello Mascherini, regia e fotografia di Mario Volpi, collaborazione artistica di Giorgio Sestan, musica di Lorenzo Peratoner, Julia Cinematografica, Trieste, 1969, colori, 12’; Intervista a Sistiana, di Virgilio Boccardi, RAI, 1974, 11’; Marcello Mascherini. Il Mago e la Materia, in “Quante Strade – Almanacco di Cultura e Spettacolo”, di Mario Licalsi e Roberto Damiani, RAI, 1980, 15’; Mascherini Scultore Europeo, mostra antologica a Villa Manin di Passariano (Udine), a cura del Centro Televisivo dell’Ufficio Stampa e Pubbliche Relazioni della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, testo di Giancarlo Pauletto, RAI, 1988 – 17’), utili a far capire il mondo espressivo di Mascherini, rimarrà aperta fino al 10 luglio 2015, tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 17.00 alle ore 20.00 (la mattina per appuntamento).