“Maria ‘a pastora”, in un saggio la tormentata vita della brigantessa di Carlo Levi
Nella storia del brigantaggio femminile occupa una posizione di rilievo la figura di Maria Lucia Dinnella nota come Maria ‘a Pastora. La sua storia, oggi di grande attualità, rimane ancora viva nelle tradizioni dei paesi lucani, talvolta contornata di favola e di mistero. E’ oggi abbastanza difficile esprimere un giudizio definitivo. Una giovane ragazza povera, sprovveduta e ingenua; una brigantessa vera e propria, o una semplice druda? Oppure patriota e consapevole insorgente? Il nuovo saggio di Giuseppe Coniglio “Maria ‘a Pastora. Tra storia e leggenda” ne analizza la figura nel particolare contesto sociale e politico del suo tempo. Dopo una vita di umiliazioni e stenti diventa la donna del brigante scrivendo pagine di eroismo e di amore, ma anche di crudeltà. Porta nei suoi occhi grandi e neri i segni tipici della sofferenza, della lotta e del destino crudele, che la vita le ha voluto riservare. Fu forse la sua gelosia che mise le guardie nazionali e i militari sulle tracce del compagno Ninco Nanco, decretandone la fine?
I contributi storici più accreditati si ispirano alla breve testimonianza, seppure indiretta, che viene riportata da Carlo Levi nel “Cristo si è fermato ad Eboli” che ha avuto il merito di aver consegnato alla storia il suo nome. Maria ‘a Pastora seguiva sempre Ninco Nanco fra i monti, i sentieri, i fiumi e le valli, in un vero e proprio atto di coraggio, di fede e di amore. E Maria, che allora aveva poco meno di diciotto anni, secondo il racconto leviano, non assisteva mai impassibile alla lotta. Il saggio di Giuseppe Coniglio sarà presentato domenica 6 agosto in piazza Municipio a Pisticci, alle ore 20,30, su iniziativa dell’Associazione di Cinema e Cultura “La Rinascente”. Relatori Angelo Tataranno, Angela Strammiello e conclusioni dell’autore. Moderatrice Milena Gentile.