Alla massafrese Antonietta Benagiano onorificenza e titolo di scrittrice benemerita dall’Istituto Italiano di Cultura di Napoli
Nei giorni scorsi a Napoli, nella Sala “Gabriele D’Annunzio”, alla presenza di un folto pubblico convenuto per l’XI Seminario CISAT, l’Istituto Italiano di Cultura, nella Sala “Gabriele D’Annunzio”, sua storica sede, ha conferito l’onorificenza e il titolo di scrittrice benemerita alla massafrese Antonietta Benagiano per la qualità delle opere pubblicate che vanno dal saggio al dramma, dalla poesia al romanzo, e sono tutte frutto di creatività e di un background filosofico che dalla Scuola di Francoforte giunge a Bauman e le fa, con accorato sentire, cogliere la deriva del mondo.
Lo ha detto nella sua appassionata perorazione, nel premiare l’artista, il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, lo scrittore ed editore prof. Roberto Pasanisi, italianista e poliglotta, docente in prestigiose Università estere, plurilaureato, con laurea anche in Psicologia Clinica, fondatore e direttore del Premio “Nuove Lettere” e dell’omonima rivista, del Libero Istituto Universitario per Stranieri “F. De Sanctis”(LIUPS), del Centro Italiano Studi Arte-Terapia (CISAT), del Laboratorio di Scrittura Creativa (CSC), della Scuola Politica “Guido Dorso” e di altre attività, volte tutte a finalità etico-sociali, oltre che letterario-culturali.
Antonietta Benagiano ha con tutto il cuore ringraziato l’ICI di tanto onore e il suo direttore Pasanisi ed ha ricordato anche il prestigioso Premio “Nuove Lettere” con cui avvennero, in tempi ormai lontani, i suoi primi contatti con l’Istituto di Cultura Italiano e delle Edizioni ICI, ampiamente diffuse in Italia ed all’estero, che hanno fra l’altro edito la sua settima silloge poetica dal titolo “Multa Paucis” (frase proverbiale latina con la quale si loda la concisione di uno scritto), che all’inizio riporta la frase di Pierre Reverdy, En vrac “Le poesie sono cristalli che sedimentano dopo l’effervescente contatto dello spirito con la realtà”.
La Benagiano fra l’altro (18 i volumi pubblicati di poesie, racconti e saggi), si è detta onorata di far parte di una Istituzione come l’Istituto Italiano della Cultura che tanto s’impegna per la crescita culturale e umana a ridimensionare problematiche sociali.
Spesso è chiama come critico poetico, letterario e d’arte in varie manifestazioni. All’inizio delmese come critico è stata alla Mostra di pittura, scultura e fotografia tenutasi nel Palazzo Ducale di Martina Franca. In tale occasione riprendendo la riflessione di Camus, posta nella brochure in esergo – “Se il mondo fosse chiaro, l’arte non esisterebbe” – ha evidenziato l’accresciuto malessere che trapela da certa arte contemporanea, ad esempio da Francis Bacon, le nebulosità esistenziali da cui l’artista tenta di liberarsi oggettivandole nell’atto poietico.
Ed ha continuato dicendo che “L’arte quindi diviene tentativo di chiarezza, la sola salvezza, come già diceva Jonesco, anche dalla dittatura dell’informazione e del denaro, dal momento che neppure la scienza (lo rilevavano Popper, Feyerabend e Wittgenstein) è in grado di dare certezze, di rispondere a determinati quesiti, i più rilevanti, fondamentali nell’esistenza umana”.
Inoltre la Benagiano ha evidenziato criticamente il segno artistico di ciascuno dei partecipanti alla Mostra, pur rilevando richiami impressionistici o espressionistici, al surrealismo e all’arte informale, alla pittura metafisica o al divisionismo. “Fatto normale (ha precisato), dacchè si segue, di solito, una corrente, un maestro ma ciò non toglie che si possa giungere al segno che diviene proprio di quella singola personalità artistica”. Infine nelle immagini fotografiche ha colto riferimenti psicoanalitici, la presenza simultanea dell’io nello scatto, della sua condizione enigmatica e di malessere.
Ricordiamo ancora che proprio di recente è stata presidente dell’XI Seminario “Psicologia, arte, letteratura” che si è tenuto a Napoli organizzato dal CISAT (Centro Italiano Studi Arte-Terapia). In tale occasione ha fra l’altro brevemente parlato, riscuotendo grande successo, del narcisismo, della conseguente rabbia con furore e ira per frustrazione, pericolo per il narcisista e per gli altri, non solo quelli ritenuti causa di frustrazione. Si è, in particolare, soffermata sul fenomeno in crescita, sul narcisismo oggi definito “democratico” per la sua ampiezza. Ha accennato anche alle varie scuole di pensiero, alla “trappola della tecnologia” individuata da Alexander Lowen, al forte impatto della rete sulla psiche, all’ossessione della foto perfetta evidenziata dallo psichiatra David Veale, terminando con le riflessioni di Tim Barners-Lee, fondatore del web. A proposito degli effetti devastanti del narcisismo, ha letto infine un suo brano di prosa intitolato “Il camice”, dove l’ipertrofico ego del protagonista, non sopportando la diminutio, si corazza dentro se stesso e si disumanizza.
Nino Bellinvia
Nella foto il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, prof. Roberto Pasanisi consegna una coppa alla scrittrice Antonietta Benagiano.