Matera 2019, a Pietrapertosa si inaugura l’opera dell’artista Emily Jacir
Dopo essere stata esposta a Torino per la mostra PUSH THE LIMITS allestita pressa la Fondazione Merz dal 7 settembre 2020 al 26 febbraio 2021, l’opera scultorea “Pietrapertosa”, realizzata dall’artista palestinese Emily Jacir, Leone d’oro alla 52a Biennale di Venezia, torna in Basilicata per essere istallata in maniera permanente nel giardino di comunità di Gardentopia a Pietrapertosa (Potenza).
L’inaugurazione dell’opera si terrà mercoledì 4 agosto alle ore 18:00 nel giardino in Via della Speranza alla presenza del Sindaco del Comune di Pietrapertosa, Maria Cavuoti, il Vicepresidente della Fondazione Matera Basilicata 2019, Michele Somma e la manager sviluppo e relazioni, Rossella Tarantino, la Presidente della Fondazione Merz di Torino, Beatrice Merz, e l’artista Emily Jacir, con accompagnamento musicale del Complesso Bandistico Città di Pietrapertosa, seguito dalle sonorizzazioni dai ritmi mediterranei a cura di Daniele Antezza/Dadub.
L’opera scultorea, realizzata con il sostegno della Fondazione Matera Basilicata 2019, è stata concepita da Emily Jacir durante la sua residenza artistica nel 2019 nel comune lucano di Pietrapertosa, nell’ambito del progetto Gardentopia di Matera Capitale Europea della Cultura. Durante questa esperienza, l’artista ha ricercato le radici arabe del paese sulle Dolomiti Lucane, dove è presente un quartiere denominato “Arabata”. Qui ha approfondito l’influenza araba sulla lingua e cultura del borgo, insieme alle tecniche di scavo e modellazione della pietra locale, interagendo con la comunità locale.
Realizzata nel 2020 con la pietra delle cave di Gorgoglione da un’azienda di Pignola tutta al femminile, l’opera “Pietrapertosa” è una scultura di forma circolare, dalle dimensioni di 179 cm di diametro e 6 cm di spessore. Al suo interno sono incise due frasi, una in lingua italiana e una in lingua araba, con lo stesso significato: Sei venuto tra la nostra gente e la tua vita è sicura.
Con questo lavoro Emily Jacir sviluppa due temi principali: l’importanza dell’ospitalità per gli abitanti di Pietrapertosa e l’eredità araba di questa tradizione. La Basilicata, luogo in cui si parlano ancora dialetti di derivazione greca, albanese e araba, è stata in vari momenti della sua storia considerata strategicamente come “l’Oriente”, crocevia di culture. Il viaggio dell’opera d’arte dalla Basilicata a Torino e viceversa, concepito come azione artistica, e il materiale con cui l’opera è stata realizzata, riflettono essi stessi le molteplici storie di movimento tra nord e sud dell’Italia e le diverse realtà culturali che abitano questi luoghi. “L’opera – sottolinea l’artista – proietta il borgo di Pietrapertosa in uno spazio al di là dei confini nazionali e statali, e in una storia condivisa molto più lunga ed antica, un viaggio che lega Pietrapertosa alla Palestina.
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