BasilicataCultura

Matera a Ravenna per un confronto sulla sfida del 2019

Anche Matera ha partecipato sabato scorso, a Ravenna, a un interessante convegno riguardante la candidatura europea a Capitale della Cultura 2019. Ospiti speciali le 17 città candidate. “Quale modello per l’Italia e per l’Europa” è la domanda a cui hanno cercato di rispondere i rappresentanti dei capoluoghi italiani che hanno deciso di partecipare a questa sfida. Per la Basilicata hanno partecipato Paolo Verri, direttore di Matera 2019, e Rossella Tarantino, del gruppo tecnico. Fra gli altri partecipanti il sindaco di Ravenna ed i rappresentanti di Bergamo, Lecce, Mantova, Perugia e Assisi, Siena, Urbino, Venezia e il nord-est. Fra le realtà assenti la regione Sicilia e l’Aquila. Atteso il ministro della cultura che, all’ultimo istante, ha inviato un messaggio al convegno.

“Matera – ha detto Verri nel corso del suo intervento – si candida perché vuole proporsi come un nuovo modello di città in cui si guardi con particolare attenzione non tanti al turismo tradizionale, ma ai diversi stati di cittadinanza. Vogliamo costruire un nuovo modello di cultura dove si preferisce la produzione piuttosto che il semplice consumo. Vogliamo portare il Mezzogiorno in Europa e un po’ di Europa nel Mezzogiorno al fine di costruire un nuovo spazio culturale con una prospettiva reale e innovativa del futuro”.

Fra gli interventi quello del sindaco di Perugia che ha proposto un progetto “Italia Cultura 2019”.

“Noi ci siamo – ha commentato Verri – perché la competizione può avvenire in un reale clima di collaborazione con l’obiettivo unico di far crescere il Paese. Ed è in quest’ottica che se il governo candiderà l’Aquila noi faremo la nostra parte offrendo esperienza e progetti. Ma ci deve essere un disegno preciso evitando ogni forma di improvvisazione”

Molti gli aspetti evidenziati durante la tavola rotonda dove sono emerse positività della candidatura e criticità di ogni città coinvolta. Sono intervenuti il Sindaco di Ravenna Matteucci, che ha parlato di sforzo collettivo per innalzare il prodotto Italia; il parlamentare europeo Salvatore Caronna, che si è soffermato sulla volontà di scrollarsi di dosso l’immagine di un Paese incapace di cogliere opportunità che viene data dal Parlamento Europeo, con investimenti di un miliardo e ottocento milioni di euro per il sostegno a progetti e sviluppi culturali, e Antonio Gnoli, giornalista e intellettuale, ispirato dalla creatività, che da sempre in tempo di crisi, ha preso vigore e impulso. Gnoli citando Einstein, ha ammonito che le cose non cambiano continuando a farle sempre con le stesse modalità.

“La Commissione – ha detto il ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi in un messaggio inviato all’incontro – valuterà con procedure rigorose al fine di assicurare il conseguimento del miglior risultato possibile” confermando che entro la fine dell’anno il suo dicastero emanerà il bando per la presentazione ufficiale delle candidature.

Tutte le città hanno espresso l’auspicio di continuare a collaborare pur nella “competizione”. Il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci ha auspicato che – indipendentemente dall’esito della competizione – possa costituirsi un coordinamento nazionale affinché alcuni progetti delle città candidate vengano valorizzati e sostenuti, anche economicamente, dallo Stato, per non sprecare un patrimonio di idee e una ricchezza di progettualità”.

“Quella della candidatura – ha detto Paolo Verri – deve essere vissuta anche come un’occasione per mettere a punto un piano strategico per la cultura del nostro paese che non si fermi al 2019 ma che vada anche oltre, generando nuove idee, opportunità, rafforzando la coesione e la partecipazione sul territorio”.

Ed è stato proprio Verri a disegnare la mappa della situazione: “Ravenna e Venezia sono quelle più avanti – ha detto nel corso della tavola rotonda all’Almagià – il nostro obiettivo è quello di entrare nella short list e, ragionando per macroaree. Senza dimenticare L’Aquila, che in questo momento non può però essere presa seriamente in considerazione in una gara normale come invece dovrebbe essere”. Infine, un appello da tutte le città candidate: “Vogliamo regole chiare e trasparenza, per una sfida leale e da giocare secondo criteri definiti e rigorosi”.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *