Matera, banco della solidarietà dei licei Classico ed Artistico
Spettacolo, musica ma soprattutto solidarietà. L’edizione 2015 del “Banco della solidarietà” organizzato per il 19mo anno dal Liceo classico, al cine teatro Duni giovedì 17 dicembre a partire dalle ore 21 (replica il 18 dicembre alle 9 per i ragazzi delle scuole medie) da quest’anno insieme al Liceo artistico, si preannuncia ancora una volta come un vero e proprio evento a sostegno dei ragazzi del Ruanda e della missione di Padre Hermann Schulz. Il tema di quest’anno “Pellegrini della libertà” ispirerà lo spettacolo in quattro atti che vede protagonisti i 250 ragazzi dei due istituti impegnati nelle vesti di attori, musicisti, scenografi e componenti della crew. Nel foyer del teatro quest’anno verrà allestita anche una mostra fotografica, nell’ambito del premio intitolato alla memoria di Maria Barile. Nello stesso spazio verrà allestito il vero e proprio Banco di solidarietà con oggetti in vendita realizzati dai ragazzi. Il progetto è stato illustrato oggi nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella sala Mandela al VI piano del palazzo del Comune.
L’assessore comunale alle Politiche giovanili, Massimiliano Amenta ha aperto l’incontro ricordando: “Abbiamo subito accettato di patrocinare con l’Amministrazione comunale questa iniziativa lodevole che l’anno prossimo giungerà ad un traguardo importante che coinvolge i ragazzi. Questo progetto mette a valore le loro potenzialità e le loro doti. E’ importante che venga riconosciuto l’alto valore umanitario del Banco della solidarietà che viene effettuato a favore delle popolazioni ruandesi. Il percorso quest’anno è arrivato qui, al Comune, che è anche la casa dei giovani”.
La dirigente scolastica prof.ssa Patrizia Di Franco ha sottolineato lo spirito dell’iniziativa: “Questo appuntamento per gli studenti e per la città è ormai un vero e proprio evento. Da quest’anno la nostra scuola è il risultato della fusione fra Liceo classico e Liceo artistico e ha condotto al lavoro svolto dai ragazzi che cominciano così un cammino comune. Il Banco della solidarietà è il prodotto della volontà degli studenti, anche dei più piccoli, con il supporto lodevole e gratuito degli insegnanti che lavorano con i ragazzi da mesi per una buona causa. Al di là del divertimento, è significativa la ricaduta umana che questa attività comporta”.
La prof.ssa Antonella Forlenza, responsabile del progetto, ne ha tracciato un po’ la storia, da quando negli anni ’90, un incontro fortuito portò alla prima edizione del Banco. “Gli aspetti positivi di questo lavoro riguardano non solo la nostra scuola, ma l’intera città. Ho seguito questa iniziativa, l’ho vista crescere. Questa esperienza è nata dall’incontro di due gruppi di ragazzi: nel 1997 – ha spiegato – capitò a scuola un gruppo di giovani ruandesi scampati ai massacri, accompagnati da padre Schulz. In quell’occasione nacque un’alchimia profonda fra ragazzi pur fra lingue diverse. Alla fine dell’incontro gli studenti ci chiesero cosa avrebbero ptotuto fare per aiutarli. Nacque così l’idea di creare degli oggetti e venderli per raccogliere denaro. Oggi metà degli studenti sono impegnati in questa attività”.
Simone Contino, uno degli studenti impegnati direttamente nella realizzazione del Banco della Solidarietà ha descritto la sua esperienza in questi anni: “Il clima che si crea durante la preparazione della serata è bellissimo, ci sentiamo realizzati perché i nostri sforzi portano ad un risultato concreto. Il lavoro svolto con i ragazzi del liceo artistico è stato molto importante e ci ha permesso di conoscerci. I ragazzi possono fare molto, con responsabilità e lo dimostra questa iniziativa che ci ha coinvolti nonostante quello che spesso si pensa dei giovani. Per tutti noi è stato un percorso bellissimo”.
“ Il Banco della solidarietà aiuta a comprendere qual è il proprio talento. In un ambiente nuovo come quello scolastico può essere a volte, questo progetto rappresenta un aspetto importante”. Così Francesco Salvigni, un altro studente del liceo classico ha spiegato la sua esperienza e aggiunto: “Facciamo gruppo, questo è un collante forte fra ragazzi.