Matera, consegna dei lavori di recupero del vicinato del rione Malve
Sono stati consegnati oggi i lavori per il recupero del Vicinato del rione Malve che rientrano nel I° stralcio del Museo Demoetnoantropologico. Progettisti sono gli architetti Francesca Contuzzi (che è anche direttore dei lavori), Donatella Acito, Mario Rosario Andrisani e Alessandro Dittoni. L’importo dei lavori, che dureranno 180 giorni, è pari a 382.439,83 euro.
“Si tratta – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Michele Casino – di una operazione che mette al centro il rispetto della storia millenaria di questa città, dei suoi luoghi e dell’accessibilità. Nel profondo spirito che contraddistingue il progetto del Museo Demoetnoantropologico, è infatti contenuto il racconto di una storia che fa di Matera una città unica e universale e che, per questo, richiede strumenti e concetti adeguati. Grazie a questa azione riportiamo in vita il vecchio vicinato sia attraverso allestimenti d’epoca che con tecnologie moderne, pur nel totale rispetto degli spazi, degli ambienti e del paesaggio”.
L’intervento salvaguarderà un “documento” della storia materana interpretando il manufatto storico, ripulendolo del degrado chimico-fisico, attraverso un compatibile miglioramento statico. Gli interventi riguarderanno le murature in tufo e le superfici rocciose, con azioni di pulitura e consolidamento. Inoltre si interverrà sul ripristino delle aree di calpestìo con integrazione e riproposizione delle pavimentazioni storiche e interventi sulle coperture delle aree in conci di tufo.
E’ previsto, inoltre, il recupero delle tombe adiacenti al cimitero barbarico superiore e di quelle presenti nel cimitero stesso, in accordo con la Soprintendenza Archeologica, delle Belle Arti e del Paesaggio di Basilicata. Si interverrà anche per il superamento delle barriere architettoniche, posizionando esternamente una piattaforma elevatrice esternamente. Verranno inoltre realizzate ringhiere sul lato del cimitero barbarico, adeguando il parapetto presente sul lato della piattaforma elevatrice. I corpi illuminanti, infine, saranno quelli tipici e caratteristici del luogo, già presenti nei Sassi.