Matera, consiglio comunale aperto a 30 anni dalla Legge 771/86 sui Sassi
E’ stata la relazione del presidente del consiglio comunale, Angelo Tortorelli, ad aprire la seduta del consiglio comunale che ha celebrato i 30 anni della legge 771/86 sui Sassi.
“Oggi assolveremo un dovere di civiltà in una città, capitale della cultura, che è deposito di memorie – ha esordito – in ossequio a ciò che 30 anni fa il Parlamento approvò con la legge 771, che giunse dopo un lungo peregrinare e in una stagione matura. Ricordo le firme del compianto on. Emilio Colombo, dell’on. Vincenzo Viti associate a quelle dell’on. Botta. Inoltre ricordiamo le iniziative dei senatori Cardinale, Ruffolo e Ermelli Cupelli oltre al contributo che tutti offrirono a cominciare dai giovani architetti materani che con la loro esperienza furono utili alla stesura della legge. Per anni una intera classe politica fu interessata a questo tema – ha proseguito – Valore aggiunto fu quello offerto da sindaci e amministratori che da quegli anni in poi hanno governato la nostra città. Da oggi in poi sarebbe utile riflettere sul futuro: i Sassi attendono di definire un significato vitale, con la rivitalizzazione richiamata dal titolo della legge, utilizzando il naturale incubatore di nuove attitudini, progetti innovativi con l’obiettivo di produrre ricchezza immateriale. La gestione dovrà essere sottratta a facili tentazione speculative. Questo consiglio comunale dovrà lanciare un appello alla collettività perché possa essere garante della salvaguardia di questi valori. Ci riusciremo se tutti insieme saremo in grado di aggregare le migliori professionalità, capacità di raffronto e cconfonto, superando steccati che creano mediocri e ingiustificate divisioni. La città ci appella a cercare queste forme di convergenza. Questa assise oggi dovrà recuperare i valori della democrazia e della rappresentanza che ci devono condurre a innovare quello che, grazie alle legge 771 abbiamo a disposizione. Chiedo al consiglio comunale di impegnare il governo cittadino – ha concluso il president edel consiglio – in un lasso di tempo relativemente breve ad organizzare una giornata dedicata alla riflessione sull’intera parabola legislativa dei Sassi, garantendo le testimonianze dei sopravissuti, recuperando quelle autorevoli presenze che anche per questioni organizzative oggi non è stato possibile avere qui con noi. A conclusione di questa giornata, una propost al Parlamento che contenga richiesta di ulteriori finanziamenti ad un progetto di straordinaria manutenzione di un patrimonio che rischia di cedere se non si provveder nell’immediato a interventi strutturali di consolidamento”.
Nelle parole del sindaco Raffaello de Ruggieri, l’illustrazione delal vicenda che condusse alla realizzazione della Legge 771.
“La ragione di questo incontro – ha esordito – è quella di ritrovare un momento di senso comune sulla storia di questa città, perché parlare dei Sassi vuol dire tracciare, dal dopoguerra in poi, la storia di questo territorio, della regione e della nazione. Quello che ricordiamo oggi è stato il prodotto di un lavoro corale che nel tempo ha recuperato la partecipazione politica, culturale, sociale della città. Insieme a Saverio Acito ero a Palazzo Madama quando il Parlamento approvò la legge e ricordo l’emozione per questo riconoscimento. Ci fu un momento – ha aggiunto – in cui qualcuno riteneva che i Sassi andassero eliminati perché rappresentativi di una tragedia umana legata al livello ecvonomico, sociale, igienico sanitario che ne facevano il baratro sociale della miserabilità. Nello stesso tempo, però, c’era qualcuno che suggeriva che quel luogo rappresentava la nostra identità, il nostro essere materani e meridionali. Va anche ricordato Leonardo Sacco, con la sua rivista “Basilicata” che riproponeva tempi e modi della valutazione di un gruppo di studio sulla città che, in parte aveva contribuito alla costruzione del borgo La Martella: i rapporti fecondi con Adriano Olivetti, al suo valore aggregativo e agli elementi che riproponevano il tema che uno dei luoghi più antichi del mondo non poteva essere rimosso e abbandonato. Sacco nel 1968 con la sua rivista organizzò in maniera eroica un convegno a cui partecipò anche Carlo Levi che ripropose il tema del recupero dei Sassi. In quella occasione il sindaco dell’epoca, per la prima volta, riprese il tema del recupero e della rivitalizzazione. Nel gennaio del 1970 nel corso di una assemblea popolare, nacque una proposta di legge per il ministro Lauricella, nella prospettiva della legge 1043/71 in discussione alla Camera in collaborazione con gli onorevoli Nicola Cataldo e Scutari.
Avvennero alcuni grandi momenti: per la prima volta nel 1970 si parlò di restauro urbanistico, ambientale dei Sassi. Si aggregò inoltre all’intervento nei Sassi la salvaguardia dell’altipiano murgico e si affermò infine che la commissione prevista per l’esame del concorso nazionale avrebbe dovuto presieduta dal sindaco. Furono queste le premesse che condussero al concorso internazionale e che giunsero a conclusioni importanti, perché da lì nacque ciò che accadde in seguito. La Commissione decise che il vincitore del concorso dovesse avere identità istituzionale ovvero che fosse il Comune di Matera a cui era deputata la pianificazione territoriale”. Nel suo intervento, inoltre, il sindaco ha citato le parole di Bernardo Rossi Doria, segretario della commissione dell’epoca e ha aggiunto: “Da quel momento in poi nacquero iniziative coraggiose innanzitutto nel creare una graduatoria di merito e di attribuir eil primo posto al progetto che piu degli altri proponeva il tema del recupero filologico e culturale dei Sassi con il gruppo Giuralongo. Quindi il grande progetto del collegamento di via Fiorentini a piazza Vittorio Veneto che non fu solo una operazione fisica legata a una valutazione urbanistica, ma aveva un valore politico”.
Subito dopo è intervenuto l’assessore ai Sassi, Paola D’Antonio: “Trent’anni sono un lungo periodo, nel corso dei quali sono accadute molte cose. Dopo la 771, nel 1986, nel 1993 Matera come primo sito meridionale, entrò a far parte del Patrimonio Unesco. Questo anno segnò tutto ciò che accadrà, d’ora in poi, fino al traguardo significativo del 2014 con la designazione di Matera a Capitale europea della Cultura per il 2019. Fra il 2015 e il 2016, infine, all’Università di Basilicata e di Matera, in particolare, è stata assegnata la Cattedra Unesco. Si tratta – ha proseguito l’assessore- di momenti importantissimi perché oggi, dopo 30 anni, ci ritroviamo con una realtà, i Sassi, che sono un paesaggio di indiscutibile importanza che rappresenta un insieme di cultura, storia, natura, architettura. Ora siamo chiamati a porci una domanda sugli obiettivi che vogliamo raggiungere, non dimenticando che il paesaggio è qualcosa che vive e che va gestito nella sua vitalità e nella sua evoluzione. E’ fondamentale che si lavori insieme in una logica di partecipazione attiva, alla luce dello sviluppo sostenibile che va contestualizzato. La sostenibilità deve declinarsi in una funzione che è anche sociale. L’accessibilità è qualcosa che oggi è condivisibile su diversi piani. Vuol dire rendere fruibile un determinato bene attraverso una strategia programmatoria. Oggi Sassi e Altipiano murgico sono patrimonio dell’Umanità e per questo attraverso la programmazione, bisogna orientarsi verso sostenibilità e accessibilità per garantire tutela e conservazione. Abbiamo attivato, infatti, un percorso di confronto con l’agenzia delle entrate e il demanio per un monitoraggio di tutto ciò che può essere trasferito al Comune per essere oggetto di concessione per tutelare e garantire le unità, mettendo a disposizione della città questi elementi. Le azioni però dovranno essere orientate all’insegna della tutela e del decoro”.
Particolarmente interessanti gli interventi dell’ex sindaco Nicola Buccico, che ha ribadito la necessità di scongiurare quel turismo-cartolina e di considerare i Sassi non come un corpo a parte della città di Matera, slegato dal destino della nostra città ma parte integrante del nostro contesto urbano.
L’ex sindaco Saverio Acito, che ha vissuto da primo cittadino quella giornata in cui Matera è riuscita a far approvare la legge 771 al Parlamento, ha sottolineato il valore di questa approvazione: “Se non c’era la 771 oggi Matera non sarebbe capitale europea della cultura per il 2019. Quella legge ha rappresentato il primo passo verso un processo che ha portato i Sassi da vergogna nazionale a patrimonio mondiale Unesco nel 1993 e poi alla candidatura vincente di capitale europea della cultura”.
L’ex sindaco Francesco Di Caro ha ripercorso con dovizia di particolari e qualche anedotto curioso che ha coinvolto anche il presidente del Consiglio Giovanni Spadolini durante la sua visita a Matera le tappe che hanno portato all’approvazione della 771 in Parlamento. “Un percorso legislativo che è cominciato all’indomani della visita a Matera di Spadolini, avvenuta il 30 dicembre 1981. Di Caro ha raccontato anche la passeggiata non prevista dal protocollo del presidente del Consiglio da via del corso verso piazzetta Pascoli per ammirare per la prima volta i Sassi di Matera che ha spiazzato anche il servizio di sicurezza, il pranzo frugale in Prefettura e il successivo trasferimento all’aeroporto. Di Caro all’epoca si trovava in compagnia proprio dell’attuale sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri, al quale era stato affidato nella sua giunta l’assessorato ai Sassi. De Ruggieri e Di Caro chiesero a Spadolini di poter salire sull’aereo che avrebbe accompagnato il presidente del Consiglio da Bari a Roma, dove erano attesi i due rappresentanti istituzionali della città di Matera, volo che poi sarebbe proseguito per Venezia. L’episodio non passò inosservato a livello nazionale tanto che i Socialisti esposero uno manifesto di cui Di Caro conserva ancora oggi una copia, manifesto che esprimeva tutto il disappunto per quanto accaduto. “Oggi ha dichiarato Di Caro – per questo episodio saremmo sotto processo”. Aneddoti a parte, Di Caro ha spronato gli attuali consiglieri comunali a proseguire la battaglia per garantire a Matera un collegamento ferroviario. Proprio l’ex sindaco sostiene un’associazione presieduta da Nicola Pavese e denominata “Matera ferrovia nazionale” con cui si vuole sollecitare il governo a garantire il completamento della tratta ferroviaria Ferrandina-Matera”.
A distanza di 30 anni dalla legge 771 c’è ancora molto da fare ma la politica è chiamata a dare una risposta a questa domanda: Quale futuro per i Sassi di Matera? L’assesore all’innovazione e turismo Enzo Acito lancia una proposta interessante: “Vogliamo portare la banda ultralarga nei Sassi perchè questa città non può vivere solo di turismo e dopo il 2019 inevitabilmente potrà subire un calo di presenze che manderanno in crisi coloro che oggi aprono b&b, alberghi e ristoranti. Ci sono colossi come Google a Napoli e Amazon a Roma che hanno investito rispettivamente 100 e 70 milioni di euro. Attivando la banda ultra larga questi grandi multinazionali potrebbero investire anche nei Sassi di Matera e favorire la crescita dell’indotto anche nel settore dell’innovazione, in modo da scongiurare la fuga dei cervelli e sostenere l’occupazione giovanile sul nostro territorio”.