Matera, denunciati vertici locali della Fidal per frode
La polizia di Matera sta effettuando numerose perquisizioni a Matera e provincia nell’ambito dell’operazione Ghost runner con l’ausilio di equipaggi del reparto prevenzione crimine Basilicata. L’indagine della squadra mobile nasce da una serie di segnalazioni in merito ad alcune gare di atletica sospette. Da quando la Regione Basilicata, nel triennio 2008/2010 ha istituito il fondo di incentivazione alle attività sportive, sono fiorite a Matera numerose società sportive. E’ noto che alle maratone solitamente si iscrivono numerosissimi atleti e pertanto la maggior parte delle incombenze come l’iscrizione, il ritiro di pettorine e microchip è demandata ai presidenti di società o propri delegati, quindi risulta difficile un controllo sull’identità degli atleti, e risulta per cui fattibile che un corridore gareggi sotto falso nome, o non gareggi proprio, o addirittura gareggi con due microchip a polsi diversi.
Dall’attività di indagine emerge che l’intera attività truffaldina si occulta dietro una attività stabile e duratura, ben strutturata, che con il passar del tempo è andata sempre più perfezionandosi. Nei primi anni, i promotori della associazione a delinquere, approfittando della propria posizione privilegiata, l’uno presidente, l’altro segretario del comitato regionale della Fidal, essendo in possesso delle password necessarie e avendo conoscenza degli atleti, compilavano documenti falsi e creavano società fittizie con atleti inesistenti, da utilizzare per la richiesta di contributi alla Regione Basilicata-vittima della truffa- al solo scopo di moltiplicare le somme dei contributi da percepire.
Sono state create apposite società, atleti tesserati inesistenti, o con false identità, con i quali moltiplicare i contributi regionali. Insomma dal 2010, una vera e propria associazione a delinquere, con compiti ben distribuiti: i promotori organizzano le trasferte, tesseramento e creazione di società false, i presidenti provvedono a compilare le istanze di contributi alla Regione, gli atleti si tesserano con false generalità o gareggiano a nome di altri, familiari ed amici partecipano alle trasferte e contribuiscono al raggiro facendo risultare anche loro di aver gareggiato.
E’ per questo che sono stati denunciati a piede libero, e risponderanno di una serie di reati che vanno dall’associazione a delinquere, alla sostituzione di persona, falso ideologico, falso materiale, truffa e frode sportiva.