Matera, la #ChristmasChallenge di Oltredanza continua
A conclusione dei laboratori dedicati al progetto #ChristmasChallenge di Oltredanza Matera, martedì 27 dicembre nella sede della Compagnia sarà proiettato il video-spettacolo realizzato dai danzatori a partire dal contributo di adolescenti e disabili. Il progetto #christmaschallenge segue il filo rosso dell’incomunicabilità tracciato dalla produzione “Afasie Sottese” messa in scena a novembre 2022: pochi giorni dopo la conclusione di questo progetto, infatti, la Compagnia ha chiesto ai suoi follower quali fossero le parole legate al periodo natalizio.
Dopo questa chiamata virtuale, la Compagnia ha lavorato in presenza durante diversi laboratori dedicati a giovani, adolescenti e disabili per cercare insieme i gesti che potessero raccontare “le parole senza parole”. Lemmi comuni come “albero”, “famiglia”, “neve”, sono diventati gesti espressivi durante i laboratori aperti al pubblico e performance attraverso il lavoro dei danzatori e dei coreografi della Compagnia.
#ChristmasChallenge è stata una sfida che Oltredanza ha proposto a chiunque abbia avuto voglia di partecipare al processo creativo di un prodotto artistico creato dal basso: un modo per comunicare all’altro le proprie emozioni senza filtri, dando possibilità al corpo di essere vettore per parole e sentimenti profondi.
Il video spettacolo è stato girato nel complesso ipogeo MateraSum, un ambiente di circa 1.500 metri situato ad una profondità di 12 metri al di sotto del manto stradale e sarà proiettato martedì 27 dicembre, gratuitamente, all’interno della sede della Compagnia in via delle Fiere 1 alle ore 19:00; fino al 6 gennaio 2023 sarà proiettato in diverse attività commerciali materane: Botega Culinaria, Il Piccolo Ristoro, Hotel Il Belvedere, La Voglia Matta, Enjoy, Materasum.
“Per la prima volta mi trovo dalla parte del coreografo” racconta Serena Di Lecce, danzatrice e produttrice “Ho sempre danzato, di solito è il mio corpo ad essere vettore di emozioni, ma per questo progetto ho coordinato gesti e intenzioni e devo dire che sono rimasta estremamente e piacevolmente stupita dalla risposta dei ragazzi durante i laboratori di ricerca coreografica, soprattutto sono rimasta colpita dalla naturalezza con cui i ragazzi con disabilità mettono in gioco il proprio corpo: lì dove potrebbe esserci un limite, c’è invece grande spontaneità e libertà espressiva. Una parola comune, un gesto semplice, possono portare ad una esecuzione carica di emozione”