Matera, riflessioni sul 25 aprile del presidente Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra
La condizione di isolamento, a cui ci costringe il “coronavirus”, ci impedisce di aggregarci per festeggiare il 25 aprile. Ci obbliga, tuttavia, a vivere il 75esimo anniversario della Liberazione e della Resistenza nella meditazione del grande significato che questa data rappresenta nella storia del nostro Paese. Questa ricorrenza, innanzitutto, ci aiuta a non dimenticare le vittime della violenza e delle esecuzioni sommarie. Il sangue di milioni di uomini e donne, le innumerevoli sofferenze, le inutili stragi, le pazzesche rovine non sono state frutto di incidenti, di fatalità, ma di responsabilità, di persone umane che dalla loro mente e dal loro cuore hanno tirato fuori ingiustizie, situazioni perverse, egoismo e odio. Né possiamo chiedere alla Storia una fredda comprensione che tutto giustifichi, anche perché le logiche di guerre e di sopraffazione dei diritti umani imperversano ancora. La pace, a cui la lotta di Liberazione ha dato un alto contributo di sangue e di vite umane, è una meta sempre intravista, ma ancora non pienamente raggiunta. Il ricordo della violenza di ieri deve servire a sconfiggere la violenza di oggi che è fatta di ingiustizie quotidiane ai danni dei più deboli, verso i quali non si può rimanere indifferenti. “L’indifferenza è la paralisi dell’anima, è una morte prematura” sosteneva il grande scrittore Checov. La storia e la memoria di quanti si sacrificarono per la libertà della nostra Italia possono e devono darci la luce che riscalda la nostra coscienza, rendendola capace di operare e guidare il nostro Paese nella quotidianità del nostro agire di uomini liberi in un contesto di pace che va perseguita giorno dopo giorno.
Franco Lisanti
Orfano di guerra
Presidente dell’”Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra”, sezione di Matera