Matera, troppi malumori tra i consiglieri per le deleghe
Non si comprende se l’espressione politica di questa larga maggioranza sia quella che prende corpo nelle commissioni consiliari o, quella delle alzate di braccia nei consigli, perché le due cose stanno agli opposti estremi. Da quello che emerge nelle commissioni il sindaco dovrebbe avere molto più di una preoccupazione, ma può stare tranquillo, il peggio è passato, la commedia politica continuerà a lungo. Tra una minaccia di non votare quella o quell’altra delibera, di gridare dell’inefficienza dell’esecutivo o del promettere a gran voce uscite eclatanti, seguono una serie di malesseri che a sentirli, per chi è certamente forza di opposizione, ne rimane disorientato, non sai più dove inizia e finisce la maggioranza, le tesi dell’opposizione trovano ampio spazio nei dialoghi dei consiglieri di primo piano della maggioranza. Ma nulla si muove anzi, la grande contestazione rimane nelle parole, spesso urlate, addirittura i consensi si allargano col contributo di audaci protagonisti che eletti in minoranza sono sempre pronti a migrare ed a metter pezze alle crepe che si aprono. Addirittura talune insoddisfazioni della maggioranza sono fatte sottovoce: ci si lamenta di un “esperto migratore” pare che questi abbia ottenuto un importante delega dal sindaco; fulgido esempio di continuità della politica clientelare col timbro ad personam. Il disagio di chi ha contribuito all’elezione del sindaco e, poi rimasto fuori dalla gestione amministrativa è grande, ma nello stesso tempo contenuto; si sa bene che di crisi non si deve parlare, tanto se ne esce uno, due sono pronti a sostituirlo. Ci si è dimenticati di quello che si diceva nella spietata campagna elettorale di un anno e mezzo fa, il male ed il peggio “dell’avversario politico”, si è convinto l’elettore che si avevano le soluzione ai problemi della città. Bene oggi molte cose sono cambiate, qualcuno ha scordato e siede tra gli stracolmi banchi della maggioranza ed a questi unisce la sua incondizionata, silenziosa alzata di mano. Chi ha passione politica e crede nel cambiamento, nella correttezza, nei pensieri e nell’etica, si pone interrogativi in ordine a tali ingressi ripagati e condizionati. Si chiede quale esempio di coerenza si sta dando e come si possa pensare minimamente che il consenso nei confronti della politica in genere possa radicarsi nella gente. Quale bisogno ha la grande maggioranza di assoldare migratori? Dovrebbe apprezzare e ritenere una risorsa la minoranza, la sua azione di controllo lima fortemente la corruzione e gli abusi che non sono sempre da imputare alla politica, ma è a quest’ultima che comunque se ne chiede conto. In realtà lo sanno tutti che questa amministrazione non solo non ha il contributo e la piena fiducia di taluni gruppi all’interno dello schieramento di maggioranza, ma il dissenso lo si consuma in casa. Solo questo giustifica incarichi e promesse non dovute, frattanto i malumori serpeggiano negli appuntamenti di rilievo, nelle delibere rilevanti per la città, nei dibattiti dai toni di opposizione intransigente. Ardore e rabbia rivolta contro se stessi, promesse di uscire dalla maggioranza, di votare contro, addirittura di passare nell’opposizione, questi i contenuti dei verbali di commissione. Ma è nel momento del voto che si assiste alla caduta di stile della persona, della politica, manca il coraggio di sostenere non solo le proprie idee, l’alzata di mano è assicurata. Intanto la città sta a guardare, i costosi spettacoli, i giochetti e le manovre di un improvvisato direttore d’orchestra che dissipa denaro che farebbe bene a spendere diversamente, per dar pulizia e decoro a questa città. Si spazia e si punta tutto su un progetto al quale nessuno crede, neanche loro. Lo han fatto diventare un progetto inutile, una vetrina rotta, un disegno, che il nostro sindaco sa bene essere oramai irraggiungibile allo stato attuale, nei modi e termini con cui il suo staff sta conducendo il gioco.
Adriano Pedicini Consigliere PDL Matera