Matera2019, prologo e Cavalleria rusticana hanno incantato il pubblico
I Sassi di Matera non solo come cornice ma come un vero e proprio racconto di un grande e speciale progetto in anteprima mondiale coprodotto dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 e dal Teatro San Carlo di Napoli. Ieri sera, dopo alcuni giorni di prove che già avevano fatto respirare grandi e inedite sensazioni, è andato in scena, negli antichi rioni di tufo materani, “Abitare l’opera”, progetto coprodotto dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 e Teatro San Carlo di Napoli con la regia di Giorgio Barberio Corsetti. Due gli allestimenti che hanno accompagnato il numeroso pubblico: il prologo “I Sette peccati capitali-sti”, un vero e proprio corteo che da piazza San Pietro Barisano ha raggiunto porta Pistola soffermandosi per 7 volte, una per ogni peccato; “Cavalleria rusticana”, in piazza San Pietro Caveoso dove circa mille persone hanno avuto la possibilità di vivere una vera e propria esperienza immersiva fra cantanti che si muovevano fra il pubblico e immagini in diretta in grandissima scala proiettate sul roccione dell’Idris e sulle ampie pareti.
Un’esperienza toccante e dal forte impatto emotivo non solo per tutti i presenti, ma anche per i tanti cittadini materani, circa 200, che si sono messi in gioco partecipando attivamente, e non come comparse, nei due allestimenti. Per circa due settimane hanno studiato e imparato le parti a memoria, canzoni dell’antica tradizione materana, che il regista ha utilizzato per il prologo non in chiave folcloristica, ma come musica pura, in grado di dialogare con gli elementi della contemporaneità raccontati lungo il percorso.
Tappa dopo tappa, peccato dopo peccato, attori e danzatori professionisti, hanno interpretato i sette mali del mondo moderno, dall’inquinamento alla violenza sulle donne e nelle famiglie, dall’affannosa ricerca del denaro facile alle più profonde debolezze umane soffermandosi sotto grandi scritte appese come grandi messaggi che provavano a liberarsi verso l’umanità. Lungo il corteo due grandi maschere si sfidavano, il bene e il male, spesso confuse l’una con l’altra a indicare le due facce di una stessa medaglia, spesso di uno stesso pensiero.
Il bene e il male, le stesse figure che si sono ritrovate nella Cavalleria Rusticana, in quest’opera scritta da Pietro Mascagni che nell’allestimento di Giorgio Barberio Corsetti sembra aver ritrovato un’anima, ancora più profonda, ancora più contemporanea. Un allestimento che ha provato, come ormai fa spesso il teatro contemporaneo, a disegnare una nuova dimensione, un nuovo e più sottile rapporto con il pubblico, meno distante, più inclusivo. E così gli attori, i cantanti, sono scesi fra i cittadini, camminando fra di loro, perdendo la loro sacralità e guadagnando in umanità.
Una intera piazza fatta da artisti, cittadini, turisti, operatori tv, abitanti dei Sassi si è sentita parte di un’unica comunità. E questa è stata la principale sfida di Abitare l’Opera, l’opera intesa non solo nel senso della produzione lirica, ma anche e soprattutto come un grande lavoro dell’umanità, proprio come i Sassi di Matera. L’opera intesa nel senso dell’operare, ad esprimere quel messaggio che il mondo del fare va abitato e vissuto per non lasciare che l’umanità precipiti nell’indifferenza, nel non fare assoluto.
Lunghissimi applausi finali hanno chiuso la serata. Si replica oggi. Lo spettacolo andrà oggi in diretta differita alle 21.15 su Rai5, con introduzione alle 20.45. “Cavalleria rusticana” è un progetto di coproduzione di Rai Com con Rsi, che diffonderà il segnale su tutta la Svizzera, e Artè, che trasmetterà l’evento in Svizzera, Francia, Germania, Belgio, Austria, Lichtenstein, Lussemburgo, Principato di Monaco e nei paesi francofoni d’oltremare. L’opera sarà presentata anche sulla piattaforma Ebu per le TV Europee associate e da metà agosto in Giappone, Ungheria, Slovenia e Grecia. Tra il 2019 e il 2020 “Cavalleria rusticana” verrà distribuita nei cinema in Europa, Corea, Stati Uniti e America Latina, dalla primavera del 2020 sarà invece disponibile in Dvd.