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Maternità, 1 donna su 5 lascia il lavoro al primo figlio

In occasione della festa della mamma l’Unicusano ha realizzato un nuovo studio su donne, lavoro e gender gap analizzando le disparità di genere proprie del mondo professionale e l’impatto della maternità sulla vita lavorativa di mamme e neomamme.

Dallo studio è emerso come una donna su cinque sia costretta a lasciare il lavoro dopo la nascita del primo figlio principalmente per l’impossibilità di conciliare lavoro e vita familiare (52%) o per considerazioni economiche in seno alla famiglia (19%). Ma non solo perché a pesare molto sono anche fattori “esterni” come i ridotti servizi all’infanzia, precariato, occupazione ridotta, bassi salari e prevalenza del part-time. Nel quadro di questa “motherhood penalty” esistono Regioni virtuose come Trentino ed Emilia-Romagna e altre meno come Campania, Puglia e Sicilia.

Eppure le skills acquisite con un figlio sono tante: capacità organizzative, gestione dello stress, problem solving, affidabilità, empatia, motivazione sul lavoro, e lo stipendio medio ipotetico ancora di più (circa 8.000 euro al mese per i lavori “ipoteticamente” svolti nella cura della famiglia).

E a proposito di salari, esiste una discrepanza retributiva, profondamente radicata nel tessuto sociale ed economico del Paese, che si riflette in modo evidente nella struttura salariale media: a 18 anni una donna guadagna in media €415 al mese, rispetto ai €557 degli uomini. La disparità cresce con l’età e l’esperienza, portando a una differenza del 43% nella retribuzione complessiva tra uomini e donne in Italia.

Questi sono solo alcuni dei numeri che potete leggere nel comunicato stampa e nell’infografica allegati.

Con la speranza che lo studio possa essere di vostro interesse, mi metto a disposizione per eventualin interviste e approfondimenti.

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