Mattia spiega il programma del M5S per la Basilicata
La vecchia politica e i candidati
di Berlusconi e della Lega parlano a vanvera della Basilicata. Gran
parte della stampa lucana, quella collusa e complice, li asseconda e non
spiega ai cittadini che centrodestra e centrosinistra non hanno alcun
programma e che vogliono solo mettere le mani sul petrolio e sugli
affari delle trivellazioni. Inoltre vogliono proteggere le poltrone, gli
stipendi d’oro e i privilegi di pochi.
Il M5S ha un programma studiato per
mesi. Un programma di vero cambiamento basato su studi, analisi e
progetti reali e fattibili pronti per essere realizzati da esperti,
manager e tecnici di rilievo nazionale e internazionale.
Alla base di tutto c’è un preciso
piano di sviluppo economico che prevede in 10 anni oltre 60 mila posti
di lavoro in Basilicata e nelle aree limitrofe regionali confinanti.
Sfidiamo chiunque a metterlo in discussione.
La vecchia politica dice sempre le
stesse cose e racconta ipotesi di programma basate sul nulla, sulle
royalties del petrolio o su schemi triti e ritriti per continuare a
mantenere i lucani poveri e subalterni. A loro non interessa che la
regione stia morendo con lo spopolamento, loro sono collusi con chi
vuole lasciarla agli affaristi delle discariche, dei rifiuti e
dell’illegalità. Loro pensano alle clientele, alle beghe localistiche,
agli interessi di pochi contro la stragrande maggioranza dei lucani
perbene.
Il M5S, invece, vuole dare una
scossa e una svolta a tutto il sistema Basilicata e quindi propone a
tutta l’Italia e a tutto il Sud un piano di sviluppo unico, mai pensato
prima. Un piano che può cambiare il corso della storia della Basilicata e
del Mezzogiorno.
Che cosa bisogna fare? Concentrare
nel centro fisico, la Basilicata, infrastrutture strategiche e farlo
diventare piattaforma logistica dell’intero Sud peninsulare. E’ urgente
che il centro del Sud da deserto infrastrutturale diventi giardino della
logistica integrata.
Si crea così una nuova centralità e
un nuovo polo di sviluppo. Un incremento strutturale di Pil di 40
miliardi sembra persino modesto rispetto ai traffici e ai commerci in
essere e futuri con la Cina e con gli altri Paesi asiatici e del
Mediterraneo. 40 miliardi rappresentano il 15% del Pil del Mezzogiorno e
significa 500 mila nuovi posti di lavoro il tutto il Sud.
Le sole infrastrutture, come
spiegato nel programma, a costo limitato per le finanze pubbliche,
possono portare, con i moltiplicatori usuali, dai 10 ai 30 miliardi di
Pil.
Il Pil lucano è estremamente
modesto (circa 11 miliardi di euro) e l’impatto percentuale
dell’incremento del Pil potrebbe essere talmente significativo
(raddoppio in 5 anni) da costituire da stimolo, esempio e traino per
tutto il Sud. Questo vale anche sul fronte dell’occupazione dove si può
prevedere uno sviluppo occupazionale tale da allineare le performance
della regione a quelli del Nord dell’Italia. Il raddoppio del Pil vale
almeno tutto il gap di occupati che la Basilicata ha con la Germania, 90
mila posti di lavoro.
E’ evidente che le infrastrutture per lo sviluppo richiedono tempi certi di realizzazione, circa 4 anni.
Dove prendiamo i soldi?
In Basilicata sperimenteremo la
formula dei Fondi di investimento alternativi (Fia) che, sollecitati da
Società di gestione del risparmio finanzino le nostre infrastrutture con
un rendimento garantito. Questa formula, seppure nota, non è ancora
stata utilizzata in Italia. La Basilicata sarà la prima ad applicare
questa forma di investimento.
I dettagli di tutto il piano di sviluppo sono pubblicati nella sezione programma del sito: www.antoniomattia.it