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Mercoledì 8 settembre, ore 18, presso il cortile della Prefettura di Matera, presentazione della Mostra “Storia di una città: Matera nelle maioliche di Giuseppe Mitarotonda”

Mercoledì 8 settembre, ore 18, presso il cortile della Prefettura di Matera (Via XX Settembre, 2) sarà inaugurata la mostra, organizzata dal Circolo Culturale La Scaletta in collaborazione con la Prefettura di Matera e con il Dipartimento delle Culture europee e del Mediterraneo dell’Università della Basilicata, Storia di una città. Matera nelle maioliche di Giuseppe Mitarotonda, a cura di Edoardo Delle Donne.

La mostra sarà visitabile dall’8 settembre al 10 ottobre 2021 con i seguenti orari: lun/sab 10/13 – 17/20, dom 10/12.30 – 17/19.30 (ingresso libero con esibizione di Green Pass).

Il filo conduttore della mostra è il tema del ricordo, tramite l’arte, che ignora la dimensione temporale, poiché in essa tutto è universale e include tutti i tempi.

Ogni pannello (circa 20 opere in totale) del ceramista materano Giuseppe Mitarotonda, composto da formelle di vario numero e dimensione, in ceramica maiolicata, evoca ritmi, luci, colori, stagioni antiche e un passato che reca nel fondo la verità più umana ed intima della storia di Matera. La pittura è liquida, limpida, svelta, e per tale ragione, forma e spazio diventano puro colore, quel colore che è un mezzo capace di esercitare un influsso diretto sull’anima.

Il fine è quello di rievocare l’antico, benché perduto, affinchè diventi storia. Raccontare una storia affinchè diventi memoria e la memoria corra alle più fantastiche imprese.

Dai primi insediamenti nella Murgia Timone, alla costruzione della cattedrale cittadina, dal periodo aragonese alle storie preunitarie, e ancora le affascinanti leggende legate al miracolo di S. Eustachio o alle origini della Festa della Madonna della Bruna, protettrice della città, sono solo alcune delle tappe di un viaggio nel tempo e nella storia che restituiscono la grandezza passata e presente di una città capace come poche di sostenere l’immane sfida con l’eternità.

Come in un incontro tra due piani narrativi diversi per spazio e tempo, ma uniti dalla medesima idea di riconoscersi nella propria storia, durante il periodo espositivo, per quattro serate, professori dell’Università della Basilicata, del Dipartimento delle culture europee e del Mediterraneo, si confronteranno sul passato (e dunque il suo lascito per il futuro) della città di Matera e le sue più interessanti vicende, partendo proprio da alcuni dei temi proposti nelle opere di Giuseppe Mitarotonda.

Il ciclo di incontri, dal titolo Il mito e la storia. Dialoghi intorno alla Città di Matera, a cura del Prof. Aldo Corcella e con la partecipazione di Giuseppe Mitarotonda, si articolerà nelle seguenti serate:

  • 10 settembre, ore 18.30, Le immagini di Matera tra archeologia e iconografia, Prof.ssa Francesca Sogliani;
  • 17 settembre, ore 18.30, Il concetto di Antropocene tra consapevolezza e criticità, Prof. Marcello Schiattarella;
  • 24 settembre, ore 18, La ceramica e lo spazio dell’architettura, Prof. Antonio Conte;
  • 30 settembre, ore 18, La costruzione della Cattedrale di Matera, Prof. Antonello Pagliuca.

Anche per i quattro incontri l’ingresso è libero, ma su prenotazione per il rispetto delle normative anti-Covid, all’email info@lascaletta.net o al num. 0835 336726.

Giuseppe Mitarotonda. Nasce a Matera il 7 aprile 1939. Dopo una breve esperienza nel campo del design industriale frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera. Rientrato a Matera, apre un suo laboratorio nel quale sperimenta varie tecniche operative privilegiando il percorso della ceramica come naturale necessità di una particolare espressione artistica. Negli anni Mitarotonda, giunge ad una concezione dell’arte quale unione di due elementi sostanziali: lo sguardo, come motore primo, come visione scatenante e l’immaginazione, elemento intimamente formale. Alla formazione di tale pensiero contribuiscono gli incontri e le collaborazioni con grandi artisti, che giunti a Matera, frequentano come naturale luogo di incontro il suo laboratorio, da Pietro Consagra a Francesco Alvarez, da Mino Maccari a Dadamaino (Edoarda Emilia Maino), fino a Kengiro Azuma e H. B. Assadour. Ma più intensa tra tutte sarà la collaborazione ed il rapporto di vera amicizia, con il pittore José Ortega, durante il soggiorno dell’artista spagnolo nella città dei Sassi. Così nasce in Mitarotonda, un senso più profondo per il colore inteso come principio visivo, trasceso nel concetto che il cielo è metafora dell’azzurro e non viceversa.

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